"Salva – Messina", il Consiglio si prende tutto il pacchetto con 20 consensi e dopo 12 ore. De Luca revoca dimissioni e lascerà Ars

“Non mi interessa amministrare una città che galleggi e trovarci ad ogni seduta a parlare di debiti e di soluzioni da applicare per uscire dalla crisi finanziaria. Abbiamo cominciato già un lavoro di allineamento tra i debiti e crediti di Comune e Atm con uno studio notarile”. Il Sindaco De Luca si avvia alla fase conclusiva e interlocutoria del “Salva – Messina” per approdare alla votazione dei quattro emendamenti presentati uno da Felice Calabrò e Antonella Russo, uno solo dalla Russo, il terzo da Libero Gioveni e il quarto da Piero La Tona.

Il primo si articola sull’esigenza di raffrontare i bilanci tra Palazzo Zanca e l’Azienda Trasporti e far quadrare anche i riferimenti finanziari ovvero se guardare a quelli del 2002 o dal 2012 in poi e far intervenite i Revisori dei Conti; ancora, si deve affrontare la riduzione del 50% dei Servizi Sociali, sul come si svolgerà (non si può da un lato agitare gli animi con i “collegamenti al malaffare” e dall’altro far votare i bilanci: il luogo più giusto sarebbe la Procura) e infine cosa ne sarà del capitale sociale della MessinaServizi: su 28 presenti, dopo dieci ore di Consiglio, 21 favorevoli e 7 astenuti.

Per il secondo anche se nessuno vorrebbe la internalizzazione del servizio si chiede sulla gestione dell’Atm di individuare un soggetto privato per creare un partenariato pubblico – privato anche nel caso in un futuro si applicasse la legge Madia. Qui il Sindaco dice di escludere l’ipotesi Madia e di ragionare sul finanziamento misto se non vogliono occuparsi di racimolare 20 milioni di euro: 21 favorevoli e 7 astenuti. Per il terzo emendamento che riguarda sempre l’Atm, Gioveni chiede di valutare “l’eventuale supporto di un’agenzia di revisione” che richiami la delibera passata con Cacciola inerente alla rottamazione dei debiti che sono quelli attuali di 49 milioni. Ma il Sindaco precisa che bisogna soppesare i costi.

Il consigliere Gaetano Gennaro sottolinea che “De Luca aveva necessità di ottenere quest’oggi un dato squisitamente politico e i Cinquestelle sono caduti nel tranello perché hanno concesso la possibilità di raddrizzare il tiro. Avremmo dovuto fare, a proposito di questo, un incontro a porte chiuse durante la spiegazione del ‘Salva – Messina’ nella seduta di domenica 7.

Per MessinaServizi non me la sono sentita di votare contro settecento padri di famiglia ma neanche se fosse stato uno solo. Non farò mancare il mio supporto alle delibere, non farò mancare le mie critiche e dichiaro che non posso essere favorevole al dissesto ma allo stesso tempo io mi astengo sul dato politico. Sarebbe curioso indovinare chi darà l’ordine di demolire le baracche il 31 ottobre: se lei o il Commissario. Non è semplice per nessuno di noi sostenere tutte queste misure per i prossimi vent’anni”.

Votazione del terzo emendamento 21 favorevoli e 7 astenuti.

Per il quarto emendamento a firma di La Tona, Rotolo e Interdonato, si vuole ordinare i punti relativi alla salvaguardia dei servizi sociali. Emendamento accolto con 21 favorevoli e 7 astenuti.

La consigliera Pentastellata Cannistrà porta il parere del gruppo in aggiunta a quanto detto già alla conferenza stampa di oggi. “Non abbiamo fiducia nel metodo ma non abbiamo pregiudizi – illustra la posizione del Movimento -. Siamo contro il pacchetto Salva – Messina ma non contro le possibili e singole soluzioni. Non siamo per i licenziamentii, siamo per il mantenimento dei servizi. Non abbiamo visto tutti i numeri ma entreremo nel merito di quando diventeranno delibere. I cittadini sono stati martoriati in questi anni. Si sono visti togliere gli appalti senza sapere come lavorare il giorno successivo. Ci saremo e voteremo tutto quello che riteniamo giusto per il territorio e la popolazione. Abbiamo votato lo sbaraccamento e la questione del gettone di presenza da diminuire in corso d’opera”.

“Non c’è una terza via – tuona la Russo -. Il Piano di Riequilibrio faceva acqua già all’epoca Accorinti ma adesso io voto ‘Sì’ poi può essere che voterò ‘no’ a tutte le misure. L’ho detto in tutte le salse ma le chiedo di ritirare le sue dimissioni. Altrimenti significherà che le sta dichiarando per suoi motivi personali, diversi dallo spronare il Consiglio”.

Si passa al voto della delibera: su 28 presenti, 20 favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti.

“Mettiamo da parte qualunque attrito – termina il Sindaco -. Stasera ci siamo espressi con numeri importanti. I Cinquestelle stanno al Governo e potrebbero fornirci un aiuto consistente: basterebbe scendere dall’Aventino con lo spirito, anche sul territorio con le loro competenze. Lo stesso Sciacca sarà utile con tutte le vicende scabrose enumerate proprio con l’Ispettorato del Lavoro e con la Cannistrà siamo molto più simili di quanto lei supponga: la sua esperienza nel campo sociale è una potenzialità. Lo stesso Bramanti ha avuto un’apertura verso di me perché aspetta un mio cenno per fissare un appuntamento con il Sottosegretario all’Interno della Lega Candiani. Un domani, nessuno potrà dire che non sapeva. Abbiamo condiviso un testo che all’inizio è partito con tre paginette scritte da me e che è stato impostato con una dinamica di salvataggio per la città e con una terza parte di rilancio su cui tutti possono contribuire. Bisogna essere più amministratori che politici. Devo dare atto che si è arrivati a questa votazione senza compromessi e condizionamenti. Non so da quanti anni mancava questo livello di qualità anche mediante lo scontro che porta a risultati soddisfacenti. Io chiudo questa fase di tensione e do spazio alla realizzazione dei provvedimenti che faremo insieme. Farò uscire dall’imbarazzo l’assessorato alle Autonomie Locali che ha catalogato la mia vicenda come ‘dimissioni per effetto differito’. Mi hanno chiesto da Palermo di attenermi all’interpretazione restrittiva. Manderò la lettera di revoca dimissioni e lascerò il mio incarico di parlamentare all’Ars. Viva le istituzioni e viva la città”. E per concludere a mezzanotte si sentono anche i fuochi d’artificio fuori dalla finestra del Comune.

Redazione1

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