Sciorina numeri e utilizza gli zeri a suo piacimento, con il chiaro intento di prospettare una realtà completamente diversa. E la gente gli crede. Come del resto gli hanno creduto venti consiglieri comunali che si sono illusi d’essere diventati gli eroi avendo votato il “Salva Messina”.
La verità è un’altra: la narrazione di Cateno De Luca è fallace, artatamente costruita per dimostrare che “quelli che c’erano prima sono stati dei farabutti”. In parte è vero, ma è da cinici dipingere la realtà più nera di quella che è realmente.
Il Comune di Messina attraversa da anni una crisi endemica, le casse sono vuote e questo lo sapevano tutti. Si è tentato di salvare la città dal baratro del fallimento attraverso il piano di riequilibrio, oggi scopriamo, per bocca di De Luca, che la situazione è peggiore di quello che si potesse immaginare.
Ma se è veramente così, non comprendiamo per quale motivo il sindaco stia portando avanti il “Salva Messina”, quando aveva sul piatto d’argento la possibilità di dichiarare il dissesto? Sta forse cercando di tutelare i “figuri” che lo sostengono nell’ombra. Che poi sono gli stessi che hanno portato il Comune di Messina sulla soglia del fallimento?
La narrazione di De Luca non dice questo. Non l’ha nemmeno detto nella seduta di lunedì scorso, quando il presidente Claudio Cardile gli ha permesso in consiglio comunale di insultare la Uil, lo stesso sindacato per il quale lavora (oggi in aspettativa, ndr), senza mai intervenire. Senza mai fermare quel profluvio di insulti e vaffanculo rivolti ai sindacalisti presenti in aula.
Se De Luca sarà un bravo sindaco lo dirà il tempo, di sicuro sta ingannando i messinesi che lo plaudono perché bravi a darsi mazzate sugli zebedei.
Davide Gambale