Incompatibilità De Luca, le omissioni del Consiglio comunale. Adesso intervenga il Prefetto

Il Consiglio comunale avrebbe dovuto sollevare la questione di incompatibilità del sindaco Cateno De Luca perché ricopre una doppia carica. Ma non l’ha fatto. E così il primo cittadino continua a brandire l’arma delle dimissioni da sindaco.

L’articolo 69 del Tuel (Testo unico Enti locali), non lascia spazio ad interpretazioni. Così recita: “Quando successivamente alle elezioni si verifichi qualcuna delle condizioni previste dal presente capo come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento della elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità prevista dal presente capo, il Consiglio gliela contesta”.

Nel caso di contestazione, in questo caso il sindaco ha dieci giorni di tempo per eliminare le cause di incompatibilità, quindi dimettersi da deputato regionale. Caso contrario lo stesso Consiglio, qualora De Luca, nel caso di specie non dovesse farlo, delibera la decadenza del primo cittadino.

Il Civico consesso, se mai l’avesse voluto, avrebbe potuto rivoltare l’arma delle dimissioni contro lo stesso sindaco, il quale invece ha potuto godere della benevolenza dell’aula e del risaputo “comparaggio” politico del presidente del Consiglio comunale, Claudio Cardile.

La mozione presentata ieri dal gruppo consiliare LiberaMe è nella sostanza carta straccia, i consiglieri, se lo vogliono, possono mettere all’angolo il sindaco chiedendo la convocazione del Consiglio comunale e sollevare la questione di compatibilità. Lo faranno mai, e Cardile convocherà mai l’aula per mettere in discussione la questione della doppia poltrona di De Luca? La risposta è contenuta nell’atteggiamenti tenuto fino ad oggi da buona parte dei consiglieri comunali.

Ma lo stesso Tuel prevede che l’azione può essere promossa anche del prefetto. Siamo certi che lo farà.

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