Lui sostiene mille, ma le immagini dicono altro. Cinque, al massimo seicento le persone che ieri sera hanno seguito il comizio del sindaco Cateno De Luca. La risposta dei messinesi è stata chiara: le “delucate” hanno stancato. Il balletto delle dimissioni, le scelte impopolari e il profluvio di insulti rovesciati su sindacati e pseudo lobbies, hanno allontanato i cittadini dal sindaco che dice di essere rivoluzionario.
Rispetto alla messe di persone accorsa ad inizio ottobre per “celebrare” il sindaco De Luca, ieri al netto delle persone giunte dal comprensorio dello Ionio, gli amici e i parenti dei nominati, non c’era nella sostanza nessuno. Anzi c’era la solita claque che lo segue dall’inizio della sua avventura a Messina.
Il dato emerso dal comizio di ieri a piazza Unione Europea è prettamente politico. La gente è stanca e desidera avere un sindaco normale. Un primo cittadino capace di prendere di petto i problemi di Messina e, invece, di strillare contro quelli che c’erano prima, di trovare soluzioni.
De Luca in questo, fino ad oggi, è stato un maestro della parola, un gigante intelligente ad abbindolare il popolo con le sue uscite ad effetto. I messinesi, però, l’hanno sgamato.
Ieri, finalmente il sindaco ha deciso di dimettersi dalla carica di deputato regionale, ha consegnato scenograficamente al sindaco di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, la lettera delle sue dimissioni. La Gazzetta del Sud, contro cui si è scagliato il sindaco nel suo comizio, gli ha dato ieri mattina la spallata definitiva.
Adesso De Luca adesso dimostri che il sindaco lo sa fare veramente e metta da parte la parola “dimissioni”, anche perché ormai nessuno gli crede.
Provi a risolvere i problemi della città e, se non sarà capace, ammetta di avere fallito.
Davide Gambale