La nutrita partecipazione alla manifestazione indetta dalla C.G.I.L e dalla U.I.L per contestare le politiche e le scelte del Sindaco De Luca, di cui solo una parte sono contenute nel cosiddetto “Salva Messina”, che solo dopo le proteste è stato modificato, ha visto non solo la presenza dei lavoratori iscritti ai due sindacati.
Erano presenti infatti realtà associative e rappresentanti di soggetti politici che vanno prendendo sempre più coscienza della necessità di creare un fronte di opposizione popolare rispetto ai metodi di gestione, al linguaggio mediatico caratterizzato dalla criminalizzazione e demonizzazione di avversari politici, oppositori o semplici dissenzienti, ed ai propositi programmatici del Sindaco.
Programmi che si fondano solo sulla logica della gestione dell’esistente e sulla istituzionalizzazione delle emergenze, e che pare abbiano la loro significazione particolare nei progetti di affidamento a gruppi privati della gestione di servizi pubblici essenziali, quali il trasporto pubblico, il ciclo integrato dei rifiuti e le risorse idriche.
Tutto ciò senza tenere conto che Messina è anche città capoluogo di quella provincia che ha assunto il ruolo di Città Metropolitana, e che un Ente Locale con tale valenza deve svolgere anche la funzione di “promotore dello sviluppo”.
Ma di questi elementi non vi è traccia nel salva Messina (sia nella nuova che nella vecchia versione), così come non si tiene conto che il ruolo di Città Metropolitana, oggi a rischio per i mancati interventi da parte del Governo Nazionale e del Governo Regionale, va espletato in una logica di gestione dei servizi pubblici essenziali che guardi a tutto il territorio provinciale metropolitano.
Così come non viene fatto cenno alla strategica Area integrata dello Stretto, ed alle possibili dinamiche di sviluppo ad essa correlate, né della valenza geopolitica territoriale della nostra città che va utilizzata in scenari sempre più ampi. Per questo è necessario, partendo dalla manifestazione dei sindacati, e da altre puntuali iniziative avviate, realizzare una rete non solo di “resistenza civica”, ma anche di proposte alternative rispetto al presente ed al futuro di Messina e dei Messinesi.
Michele Bisignano