Quattordici delibere in quattro ore. I tempi li detta il sindaco Cateno De Luca che lancia il suo avvertimento dalla pagina di Fb. “Se non saranno votate sarà dissesto”.

Dopo il pasticcio di ieri, il primo cittadino corre ai ripari utilizzando i suoi metodi che non lasciano spazio ad interpretazioni di alcun genere. Del resto la scadenza è stringente: entro mezzanotte il Piano di riequilibrio rimodulato dovrà essere spedito al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti.

Parlare di corsa contro il tempo è riduttivo, ma c’è da chiedersi perché si sia arrivati a ridosso della scadenza quando si parla da messi del “Salva Messina”.

E’ ovvio che De Luca, qualora lo volesse, può inviare il documento rimodulato indipendentemente dalla votazione delle delibere del Consiglio comunale, ma è altrettanto ovvio che “pretenda” dai consiglieri il sigillo politico alla sua operazione.

In tutto questo, piomba come un macigno l’intervento del nuovo segretario generale del Comune di Messina, il quale avvisa i naviganti: “Dopo il fallimento della Messinambiente, la Messinaservizi va sciolta”. Lo prevede la Madia e così il Comune dovrà affidare ai privati il delicato settore della Nettezza urbana. Quello che sostenevano i sindacati da tempo e che i consiglieri comunali non hanno compreso. E qui sta il grande inganno che potrebbe scatenare un terremoto, anzi un “catemoto”.

I consiglieri comunali erano convinti che ciò non sarebbe mai accaduto e adesso corrono il rischio di trovarsi un esercito di netturbini dietro la porta. L’affidamento ai privati significa che qualche posto di lavoro potrebbe saltare. Non facciamo previsioni perché non è materia nostra, ma è fin troppo scontato che il gestore privato punterà al principio edonistico: “Massimo risultato col minimo sforzo”. Tradotto significa, massino profitto con impiego di personale ridotto.