Chissà, se nella legge di stabilità, ci sarà un emendamento che imponga alle famiglie di allestire la tavola di Natale con tovaglie “gialloverdi” in sostituzione del rosso che caratterizza le festività in corso. In fondo il cambiamento inizia e si realizza sempre incominciando da piccole cose. Vi è nell’aria una percezione di irrequietezza e di sconforto. La nebbia riduce la visione dell’orizzonte, la cultura è stata sostituita da tweet e selfie, la politica e le istituzioni asservite a bestemmie dottrinarie come: “avvocato del popolo, decrescita felice, sconfitta della povertà, reddito di cittadinanza, quota cento, mistificazioni scientifiche (vaccini), pensioni d’oro, mancata indicizzazione degli assegni pensionistici, blocco degli investimenti, manovra basata sul reddito e non sullo sviluppo”. Il parlamento è stato ridotto ad un harem senza dignità e funzione. Vige solo il voto di fiducia. Gli eletti (errata corrige: i nominati) non decidono, non pensano, non rappresentano il popolo tanto celebrato e accarezzato. Due personaggi decidono e impongono la Legge: un truculento rapper (Salvini) e un ragazzotto senza arte nè parte privo dei più rudimentali concetti di economia e di Stato (Di Maio). Il popolo li ha votati: onore al popolo!
I cittadini, tuttavia, debbono sapere cosa questo duo lescano insieme ad un presidente del Consiglio “ologramma” stanno facendo. Chi scrive cercherà di chiarire, a quanti sono privi di pregiudizi ideologici ma soprattutto di rancore e odio sociale, le nefandezze che questo governo carioca sta realizzando.
Rispetto alla prima versione (quella del balcone!), la manovra concordata nei giorni scorsi con Bruxelles introduce tre cambiamenti fondamentali: 1) meno spesa corrente, 2) meno investimenti pubblici, 3) più tasse. Tutto ciò per salvare e realizzare, non una legge di stabilità equa e capace di ridurre il debito e innescare un aumento del Pil, ma solo per consentire “la realizzazione del reddito di cittadinanza” espressione di mancia elettorale priva di copertura economica e di ordinamento legislativo (il decreto attuativo deve essere scritto a gennaio). La Lega, invece, impone “quota cento” buggerando i beneficiari che avrannno ridotto l’assegno pensionistico e senza garantire la continuità della riforma pensionistica nei prossimi anni.
Ambedue i dioscuri perseguono non lo sviluppo del Paese, ma il consenso attraverso mancie che Renzi ottenne con gli 80 € e altri bonus con esiti nefasti.
Si tratta dunque di una “finanziaria elettorale” che tradisce il futuro perchè: 1) non riduce la pressione fiscale, 2) non aumenta gli investimenti, 3) ha determinato una impennata dello spread (causa di maggiore spesa per lo Stato, aumento dei tassi su nuovi mutui, restrizioni del credito a famiglie e imprese). Tutto ciò evidenzia l’oscurantismo politico di questo governo carioca e lo scopo “smaccatamente elettorale” degli obiettivi perseguiti: reddito di cittadinanza e quota cento.
L’ansia del consenso, la protervia del potere ed il cinismo della propaganda hanno ipotecato il futuro con clausole di salvaguardia (aumenti di tasse) che tranquillizzano Bruxelles e riducono i gradi di libertà dei governi che verranno. Vi è odio e rancore in questa legge di stabilità e il livore ha assunto le sembianze di una grande bugia. A chi si chiede in cosa è consistito il cambiamento rispetto a finanziarie precedenti, non resta che una risposta: ” ha acuito i difetti delle precedenti in quanto esclusivamente elettorale ed ha sottoscritto clausole di salvaguardia devastanti”. Ma i “due statisti” vogliono massimizzare il consenso in vista delle elezioni europee e non si curano d’altro. Spesso, tuttavia, il diavolo dimentica i coperchi e lascia le pentole senza copertura. Le attese elettoralistiche potrebbero rilevarsi effimere, se il popolo comprenderà l’enorme bugia che è insita in questo Natale gialloverde.