“Come sempre De Luca realizza un’operazione di distrazione di massa, spostando la discussione rispetto al cuore della questione”. Con queste parole il coordinatore provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano, stronca la proposta del sindaco Cateno De Luca di trasferire la proprietà della Zona Falcata al comune di Messina. Infatti, a seguito di un apposito sopralluogo realizzato lunedì scorso, il primo cittadino ha affermato di voler avanzare ai parlamentari messinesi una proposta di legge che, se approvata, trasferirà la titolarità delle aree della Zona Falcata dall’autorità portuale al comune di Messina.
Proposta che però non ha alcun senso a detta di Siracusano, non foss’altro che le casse del Comune, diversamente da quelle dell’authority, sono in un perenne stato comatoso. Insomma, non si comprende come sia possibile rilanciare la Zona Falcata proprio a partire da una gestione targata dall’Ente comunale: “Ci domandiamo – prosegue l’esponente di Articolo Uno – quale beneficio apporterebbe la sottrazione delle aree della Zona Falcata all’Autorità Portuale per passarle al Comune. Mentre quest’ultimo non dispone di un euro ed è sull’orlo del default, l’autorità portuale è l’unico ente pubblico territoriale con riserve finanziarie tali da programmare interventi”. Tra l’altro, il coordinatore provinciale di Articolo Uno fa notare che in ogni caso il sindaco già dispone di alcuni strumenti che gli consentono quantomeno di sollecitare l’autorità portuale ad intervenire, che però ad oggi non stati mai usati: “De Luca dimentica poi di essere autorevole componente del Comitato Portuale nella doppia veste di rappresentante del comune e della città metropolitana di Messina, – spiega Siracusano – e che in quella sede avrebbe potuto svolgere un ruolo di pungolo e stimolo per far partire le improrogabili opere di bonifica”.
Con riferimento poi al cosiddetto “Patto della Falce” tra Regione, Authority e Comune e Università di Messina, ribattezzato dal sindaco “Patto dell’Imbecillità”, il coordinatore provinciale di Articolo Uno dichiara che non c’è bisogno di porre fine al patto in questione, quanto piuttosto andrebbero sollecitati i soggetti coinvolti ad adempiere ai propri obblighi: “Non serve mettere in discussione il ‘Patto della Falce’. Sarebbe servito invece stimolare i vari attori ad adempiere alle proprie responsabilità. Di fronte a questi ritardi di autorità portuale e Università, il sindaco non si è fatto parte attiva. Non è un caso che i carabinieri, per conto della Procura della Repubblica, sembra abbiano avviato delle indagini sulla mancata bonifica della falce: una vera e propria bomba ambientale, rimasta senza colpevoli”.
“De Luca recuperi il senso del suo ruolo di amministratore di una comunità, – conclude Siracusano – e lo eserciti nel rapporto con le altre istituzioni coinvolte. Non servono inutili proclami ma la tessitura di relazioni positive che, nel rispetto delle prerogative di ciascun ente, consenta il raggiungimento di obiettivi strategici. Tutto il resto sono chiacchiere e campagna elettorale permanente”.