Sicilia 2030. La sfida del governo regionale si gioca sulle infrastrutture

Redazione

Sicilia 2030. La sfida del governo regionale si gioca sulle infrastrutture

mercoledì 24 Aprile 2019 - 09:45

Il futuro della Sicilia è legato allo sviluppo del Mediterraneo; un bacino che a distanza di cinque secoli dalla scoperta dell’America ritorna a ricoprire un ruolo fondamentale nei flussi del commercio mondiale e che nel 2030 rappresenterà un mercato potenziale di oltre 500 milioni di persone. L’Africa poi, tra i continenti che si affacciano sul Mediterraneo, è quello che segna tassi di crescita più sostenuti e che, secondo stime recenti, avrà nel 2050 una popolazione che supererà i 2,5 miliardi ed un interscambio con l’Europa che farà il paio con quello del continente asiatico. Un’area, quella africana, di grande interesse per un nuovo protagonista della scena mondiale – la Cina- che investe nei settori della logistica e dell’energia e decentra attività produttive per utilizzare le abbondanti materie prime presenti nel continente. L’Italia e il Mezzogiorno, in particolare, per la posizione strategica che occupano sono chiamate a diventare cerniera tra i tre blocchi geografici costituiti dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’Europa e qualunque piano di sviluppo e infrastrutturale per la nostra regione non può prescindere da queste valutazioni.
Alla luce di tali considerazioni è possibile tracciare i capitoli di un ideale Master Plan delle infrastrutture necessario per posizionare la Sicilia all’interno dello scenario internazionale appena tracciato. In particolare occorre: 1) completare il corridoio europeo Scandinavo mediterraneo e realizzare un attraversamento stabile dello stretto all’interno di tale corridoio. Sino alla revisione della mappa TEN-T del 2011 era previsto il collegamento stabile tra la penisola italiana e la Sicilia (Ponte sullo stretto), opera che opportunamente aggiornata potrebbe essere reinserita con la revisione prevista nel 2021; 2) realizzare il collegamento Sicilia-Tunisia e la sua connessione al corridoio Scandinavo. Il progetto di fattibilità sviluppato dall’ENEA ipotizza un collegamento stabile attraverso un tunnel ferroviario tra Bon (Tunisia) e Pizzolato, vicino Mazara del Vallo. Il tunnel sarebbe il più lungo al mondo, 136 chilometri, e attraverserebbe il canale di Sicilia nel punto più stretto tra l’Isola e la Tunisia, dove i fondali più profondi raggiungono i 230 metri sotto il livello del mare (il corridoio ferroviario affiancherebbe il già previsto corridoio energetico); 3) realizzare l’AV/AC da Salerno a Reggio Calabria e la sua estensione alla rete siciliana in via di ammodernamento e completamento; 4) adeguare l’attuale sistema infrastrutturale esistente (autostrade e strade statali) e realizzare nuove infrastrutture per collegare i capoluoghi di provincia al corridoio europeo. Collegamenti prioritari sono il raccordo tra – Catania Siracusa fino ad includere i porti di Pozzallo e di Augusta, – il raccordo Catania Ragusa ed il collegamento con Agrigento; 5) completare le connessioni tra aree portuali, retroporti, città metropolitane e il corridoio europeo; 6) potenziare le strutture portuali modificando la destinazione dei porti con funzioni di gateway e non solo di transhipment; 7) identificare le aree industriali connesse allo scalo portuale in cui è possibile operare agevolazioni fiscali –Zone Economiche Speciali (ZES)– e renderle facilmente accessibili ai corridoi; 8) migliorare i livelli di accessibilità agli scali aeroportuali in un’ottica da “ultimo miglio” facendo riferimento soprattutto all’accessibilità ferroviaria; 9) potenziare i collegamenti via mare della Sicilia con il resto del continente.
E’ evidente che occorre prepararsi per tempo a cogliere l’epocale sfida che si profila all’orizzonte. La nuova programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027 e l’avvio della concertazione sulla politica di coesione nazionale costituiscono l’occasione per il governo Musumeci per marcare il tanto atteso punto di svolta in assenza del quale nessuna prospettiva credibile di sviluppo potrà essere assicurata alla nostra Regione.

Prof. Michele Limosani

(Componente Commissione Strategica “Sicilia 2030”)