Non è più a carico di ignoti l’indagine della Procura di Messina sul depistaggio dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta.
I pm della città dello Stretto hanno iscritto nel registro degli indagati alcuni magistrati – non è ancora noto quali – del pool che indagò sull’attentato. Agli indagati e alle persone offese oggi la Procura ha notificato l’esecuzione di accertamenti tecnici irripetibili.
I magistrati indagati rispondono di concorso in calunnia, aggravato dall’avere favorito cosa nostra. L’indagine, condotta dal procuratore Maurizio De Lucia, è a Messina perché l’ufficio inquirente della città dello Stretto è competente quando sono coinvolti nelle vicende giudiziarie magistrati in servizio a Catania.
Uno dei pm che nel ’92 indagarono sulla strage di via D’Amelio, Carmelo Petralia, è attualmente in servizio nella Procura etnea.
Gli accertamenti irripetibili di cui è stata data la notifica agli indagati e alle persone offese riguardano l’analisi di 19 cassette su cui vennero registrati una serie di interrogatori e che potrebbero essere danneggiate dall’ascolto. Da qui l’esigenza che all’esame partecipino i legali delle persone coinvolte con l’ausilio di consulenti.