Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo, due accorintiani della prima ora disgustati per la gestione della Cosa pubblica, gli avevano dedicato un libro il cui titolo s’è rivelato profetico. La notizia di ieri dell’avviso di garanzia notificato all’ex sindaco Renato Accorinti e a tre assessori della sua giunta (De Cola, Ialacqua e Pino), nell’ambito di un’inchiesta sul degrado di Maregrosso, ha riaperto all’improvviso il libro dei “brutti” ricordi.
Messina ha avuto un sindaco che s’è scagliato contro i malfattori – a suo dire – che l’avevano preceduto, rei di non avere fatto nulla e di avere avuto problemi con la giustizia. “Free Tibet” i predecessori li ha sempre considerati dei criminali per avere fatto sprofondare Messina, per via della loro inconcludenza.
Adesso l’indagine della magistratura peloritana svela – ma siamo garantisti e aspettiamo i canonici tre gradi di giudizio – che Accorinti e i suoi non avrebbe fatto nulla per mettere fine al degrado di Maregrosso. Avrebbero anche perso dei finanziamenti per risanare la zona.
Accorinti piomba mostruosamente nell’allegro dibattito cittadino sull’isola pedonale (quale?), di piazza Cairoli. E guarda caso, anche in questa circostanza, non si sarebbe fatto nulla se non chiudere una strada e abbandonare il progetto dell’Area pedonale della principale piazza cittadina. Comunque Accorinti ha sempre una bella attenuante per uscire da questa vicenda con una formula che richiama il libro dei suoi ex alleati: “Assolto per non aver compreso il fatto”.
Davide Gambale