La notizia secondo cui la Regione Siciliana dovrà riconoscere al comune di Messina e all’Atm un indennizzo pari rispettivamente a 4,3 e 5,4 milioni di euro, per via del mancato versamento dei contributi chilometrici al servizio di trasporto pubblico messinese, ha suscitato, come prevedibile, l’immediata reazione di Messinaccomuna, il movimento politico fondato dall’ex sindaco Renato Accorinti e da alcuni ex assessori. Infatti, era stata proprio l’allora amministrazione Accorinti ad intraprendere il contenzioso in esame circa tre anni fa, e chiaramente adesso Messinaccomuna parla a tal proposito di vittoria, mostrandosi tra le altre cose molto critico nei confronti di tutti coloro i quali, nell’ambito dei tavoli del cosiddetto “Salva Messina” (il piano di riequilibrio ventennale approvato lo scorso novembre), diedero per morta l’Atm sotto il profilo finanziario (tant’è vero che successivamente si decise di procedere con la liquidazione della partecipata), compresa una fetta di sindacati, vale a dire Cisl, Cisal, Ugl e Orsa: “Vincono l’amministrazione Accorinti e la gestione Cacciola-Foti. Esce sconfitta la linea politico-amministrativa di De Luca, che aveva fatto tabula rasa delle precedenti scelte, denunciando un’inesistente condizione di ingestibilità dell’Atm e pretendendone da parti sociali e Consiglio la liquidazione. Sconfitto anche il coro dei devoti (dal presidente Campagna al rinnovato Collegio dei Revisori, ad alcuni sindacati ‘duri, puri e proni’), lì a echeggiare paroloni e giudizi apocalittici e ad annuire alle accuse di ‘associazione a delinquere’ lanciate alla precedente amministrazione”, dichiara a tal proposito Messinaccomuna durante un duro passaggio.
A tal proposito, non si è fatta attendere la replica di Cisl, Cisal, Ugl e Orsa che, smorzando i toni di entusiasmo di Messinaccomuna, rispedisce al mittente le accuse ricevute. Innanzitutto, il fronte sindacale precisa che in ogni caso la partecipata continua a rimanere indebitata e, pertanto, c’è ben poco da festeggiare: “La legittima soddisfazione per l’esito della sentenza ci sta tutta, ma l’enfasi manifestata da Messinaccomuna appare esagerata. Infatti, la somma in questione non risolve il problema generale: sottraendo i 10 milioni del rimborso chilometrico ai circa 80 milioni di debiti ufficializzati dal revisore dei conti restano comunque 70 milioni di rosso nel bilancio generale”.
Dopodiché i sindacati invitano l’ex giunta Accorinti, qualora nutra il sospetto che i bilanci presentati in occasione del “Salva Messina” non certificassero la realtà dei fatti, a presentare nelle sedi ufficiali i documenti secondo cui Atm era e continua a rimanere un’azienda in buona salute: “Al tavolo del Salva Messina nessuno aveva interesse a liquidare Atm: se qualcuno avesse dimostrato per tempo, con documenti ufficiali, che il revisore dei conti ha sbagliato e Atm è un’azienda sana col bilancio in pareggio, sindacati e Consiglio Comunale non avrebbero certo avallato la liquidazione. Invitiamo, ancora una volta, la giunta uscente a presentare nelle sedi opportune la loro versione del bilancio Atm in pareggio o addirittura in attivo e denunciare eventuali mistificatori interessati a gonfiare il debito: le denunce attraverso i comunicati lasciano il tempo che trovano, si rivolgano alla Procura della Repubblica o tacciano per sempre. Se finalmente dimostreranno, con fatti e atti ufficiali, che l’azienda è economicamente sana, questo sindacato ‘duro e puro’ ma mai ‘prono’ davanti a nessuno farà le barricate per difendere la vecchia Atm e impedirne la liquidazione; ma parlino i fatti una volta per tutte!”.