Da “arte dello Stato” come l’aveva definita Nicolò Machiavelli, la politica è divenuta “arte del trasformismo”. L’assunto che le idee si possono cambiare ma i valori non sono negoziabili, fondamento di cultura e civiltà, è stato cancellato per sempre dal partito che più di ogni altro -il partito democratico- ha sventolato la bandiera dei valori. Attribuire al MoVimento 5Stelle valori, ideali, disegno e visione sarebbe, per chi scrive, falso e pretestuoso: i cinquestelle sono il nulla che livore e rancore hanno materializzato e che l’insipienza e la supponenza del PD ha nutrito. Nessuna meraviglia quindi se i grillini sono pervicacemente attaccati al ricco assegno che la “scatolona di tonno contiene”.
Quanti in questo accordo vogliono rilevare una tragicità romantica sono attori da avanspettacolo, adusi al bluff del poker e cinici profittatori del voto dei cittadini. Faccia di una stessa medaglia: trasformisti! La responsabilità è la foglia di fico che serve a : 1) nascondere i profitti della Casaleggio connection (l’e-mail inviata ai grillini per saldare le competenze è prova inconfutabile); 2) mantenere il lauto stipendio da parlamentare senza rischiare di ridiventare bibitaro da stadio; 3) condizionare le centinaia di nomine (ENI, Leonardo, Poste, Cassa depositi e prestiti etc).
Infine un’ultima riflessione: il matrimonio è argine all’antieuropeismo,ci viene ripetuto fino alla nausea. Falso!
La Lega nel Parlamento Europeo ha un ruolo marginale (abbandonata dal Cartello di Visegrad), non conta nulla. Ma ancor più sconcertante è che il partito anticasta (M5Stelle) privo di un gruppo (sono stati rifiutati da tutti) corteggia En Marche (Macron) per sedersi al tavolo apparecchiato delle élites tanto odiate!
Camilla Cederna aveva ben sintetizzato il concetto del trasformismo riportando nel frontespizio di un celebre libro (Giovanni Leone), un famoso detto popolare : ” comandare è meglio che fare l’amore”.