“L’autore […] si inoltra con l’ingenuità di un bambino e con l’arroganza di un adulto in un racconto che, già nelle prime righe, accende la curiosità e induce a proseguire nella lettura con quella gioiosa emozione che porta ad ampliare gli illimitati confini della fantasia”. Queste le parole del figlio di Salvador Dalì, Josè Van Roy Dalì, commentando nella relativa prefazione “Tele Nascoste” (Giambra Editore, 2019), un breve pamphlet di otto paragrafi, tradotto anche in inglese, di Diego Celi, chirurgo originario di San Filippo del Mela già docente presso l’Università di Padova ed ex capo del dipartimento Chirurgico dell’ospedale Papardo-Piemonte.
Il testo, pur avendo come protagonista il maestro Lorenzo Chinnici, non è celebrativo dell’arte pittorica dell’artista. Si propone, invece, di dipingere con un pennello lacaniano una tela in cui fa da sfondo un conflitto continuo intriso d’amore e scontri fra il figlio e l’artista: la vera “tela nascosta” della produzione artistica del maestro. Esiste fra i due un connubio ieratico e maledetto che si autoalimenta incessantemente soprattutto da quando Francesco è divenuto l’ambasciatore dell’arte pittorica del padre. Tutto sembra assurdo, creato, innaturale. Lorenzo realizza le sue visioni con i colori e, Francesco trae energia dalle tele che il padre dipinge. La continua conflittualità crea Disagio, il quale è alimentato da due visioni rappresentate dal Desiderio e dal Fantasma sacrificale. Concetti esaustivamente analizzati e spiegati da Jacques Lacan. Da una parte il padre assertore del dovere del sacrificio, dall’altra il figlio voce del desiderio. Lo scontro non è episodico ma continuo, strutturale, esistenziale.
Ma, in questa tela, vi è un’altra protagonista: la madre. Essa governa e guida la biga familiare cui sono attaccati i due cavalli, che male sopportano le briglie. Ha, l’unica donna di casa Chinnici, un atteggiamento laico, determinato e un amore smisurato verso il marito e il figlio. Affermare che, senza questo cocchiere, la biga si sarebbe rovesciata in curva sembra pleonastico. Né Lorenzo sarebbe divenuto il Maestro Chinnici.
Cornice della tela del racconto è Michele, l’amico di Francesco. Sobrio, gentile, pacioso e affidabile potrebbe essere paragonato ad un personaggio cavalleresco: scudiero e compagno di avventure di Alonso Quejano, trascinato nella folle avventura di Cavaliere. La raffigurazione picaresca di Michele conferisce allo scritto le caratteriste del pamphlet.
La presentazione del volume si terrà il 14 dicembre a Catania e il 20 dicembre a Pace del Mela a cura della giornalista Katia Trifirò.