Riportiamo qui di seguito una riflessione del messinese Marco Provenzano che, tra le altre cose, è dottore di ricerca in Storia del cristianesimo antico presso l’Università di Strasburgo. Ed è proprio quella Strasburgo la città in cui Provenzano ha trascorso la Pasqua, soprattutto per via dell’emergenza coronavirus: “Questa Pasqua, – dichiara il messinese – come potrete certamente immaginare, è stata alquanto particolare. Direi, anzi, unica dato che per la prima volta l’ho trascorsa lontano da tutte le persone a me care e ovviamente lontano da Messina”. La riflessione “vuole essere un messaggio di speranza per tutti: è un invito a trovare quante più sfaccettature positive possibili in questo momento di grande difficoltà, è un invito a sfruttare i mezzi tecnologici di cui disponiamo per valorizzare i rapporti che per via della quarantena non sono vivibili come in tempi ordinari”, spiega Provenzano.
“‘Il vero creatore è la necessità, che è la madre della nostra invenzione’. – si legge nel contributo di Provenzano – Questa citazione è tratta dalla Repubblica di Platone (II. 369c) ed è la frase che ho inviato via email ai miei studenti universitari di Strasburgo, città in cui vivo e lavoro dal 2013, dopo le disposizioni volute da Macron il 13 di marzo.
“L’affermazione di Platone mi è stata molto utile per spiegare loro che il non poter proseguire i corsi normalmente in sede universitaria, non avrebbe tolto nulla al valore del confronto cui eravamo da sempre abituati. Questo grazie soprattutto alla loro indubbia passione verso l’apprendimento ed a un’importante risorsa tecnologica: Google Meet. Un prezioso mélange che avrebbe reso ancora più forte la loro coesione come gruppo consentendo loro di realizzare un’ideale vicinanza fisica.
“Davanti a un cambiamento repentino che costringe a rivedere radicalmente abitudini, stili di vita, modi di fare, è necessario usare dunque l’arma più potente di cui l’uomo dispone: l’ingegno, l’arte di arrangiarsi. Vince chi si adatta e chi ribalta in positivo quegli elementi che hanno alla base forti tinte negative. Certo, non è possibile paragonare alcun contatto reale a qualsivoglia rapporto virtuale. Tuttavia quest’ultimo può e deve rappresentare un assaggio, una buona parvenza di quello che è stato e di quello che sarà certamente tra non molto. Magari con sfumature più interessanti: per dirla alla Lessing (1729 – 1781) ‘l’attesa del piacere è essa stessa il piacere’ (Minna von Barnhelm IV, 6).
“Io e i miei studenti, pertanto, grazie al supporto della “buona tecnologia”, abbiamo continuato a svolgere i nostri corsi rinforzando proficui legami d’amicizia. La quarantena può e deve essere, dunque, un momento in cui fare emergere l’inventiva umana, esprimendo magari i lati più giocosi del nostro carattere: per esempio, con amici e parenti abbiamo festeggiato eventi importanti – ma anche condivisi momenti ordinari – via social utilizzando di quest’ultimi quelle potenzialità divertenti a cui forse saremmo più reticenti in tempi ordinari.
“La quarantena può e deve essere un momento di profonda riflessione per valorizzare ogni bene che si pensava ovvio e di cui oggi siamo, per forza di cose, privi. È la valorizzazione del gesto ordinario, che scontato e banale sembra ma non è, che assumerà ben altro sapore quando tutto questo sarà una pagina di storia sfogliata”.
Marco Provenzano