Il caudillo sguscia fagioli mentre i messinesi infrangono liberamente le norme anti-Covid

Due fotografie destinate a diventare iconiche, perché il web ha avuto il potere di trasformarle. Da un lato, Punta Faro stracolma all’inverosimile di bagnanti (fatto normale in altri tempi), dall’altro il sindaco che sguscia fagioli per la zuppa nella sua Fiumedinisi.

Due immagini che sono la faccia della stessa medaglia: l’irresponsabilità. I cittadini che hanno preso d’assalto ieri mattina la spiaggia della Punta senza rispettare le norme anti-Covid, e il sindaco, fino a prova contraria massima espressione sanitaria della città e quindi responsabile della salute pubblica, che posa bellamente mentre compie un gesto che, nel suo intento, avrebbe dovuto avvicinarlo al suo popolo.

Le polemiche impazzano sul web perché le foto testimoniano il comportamento irresponsabile dei messinesi (non tutti per fortuna), che se ne infischiano letteralmente del Covi-19, ammassati come le sardine sulla spiaggia di Faro. Quanto ad irresponsabilità, non è da meno il sindaco Cateno De Luca, il quale dopo le “sceneggiate” della vigilia di Ferragosto con le squadre dei vigili urbani sguinzagliate sulle spiagge per impedire innocui falò, la prima domenica post Ferragosto se ne sta nella sua Fiumedinisi a godersi un giorno di vacanza, senza avere disposto un minimo di controlli sui litorali.

Anche lui ha diritto di riposarsi (poco dopo due mesi di assenza), ma ha l’obbligo (non il dovere), in quanto sindaco, di disporre controlli serrati sulle spiagge cittadine, come da disposizioni governative. E’ infatti notorio che i controlli dei litorali siano esclusiva competenza delle amministrazioni locali, ma questo a De Luca forse interessa poco, dal momento che sguscia fagioli per la zuppa.

Il primo cittadino evidentemente in servizio anti-Covid non trova nulla di mediaticamente rilevante per coinvolgere il suo “gregge”. E quindi niente controlli, in barba al Covid. Dopo che per mesi è stato abilissimo a balzare agli onori della cronaca minacciando di bloccare lo Stretto (mai fatto), qualora non fosse cessato il transito delle persone (tantissime delle quali aventi diritto). Alla Punta non ci sono i ragazzi della R4 da esporre come trofeo di guerra, né quegli onesti lavoratori siciliani rimasti senza impiego, che avevano la necessità di tornare a casa e confinati in un albergo per un “capriccio” di Cateno De Luca. E allora tutti al mare…

Davide Gambale

Redazione

Published by
Redazione