“È un animale che segna la primavera…l’urogallo canta e chiama le femmine. Impettito e vanesio canta incessantemente per attirare su di se l’attenzione …immerso in una sorta di Nirvana continua a cantare, si pavoneggia e non si accorge dell’arrivo della volpe”.
Il Presidente del Consiglio è l’immagine del gallo cedrone.
Innamorato come Narciso della sua immagine e appagato dal ruolo non vede intorno a se nessun pericolo; già aveva profetizzato -sconfessato- anni bellissimi, una economia florida, il superamento delle diseguaglianze, si era erto ad avvocato del popolo. Sovrano-avvocato, un unicum semantico. In realtà è un personaggetto senza arte nè parte.
Ha, tuttavia, una peculiarità: rinviare, raffreddare per non decidere, galleggiare. Giustificazioni? Non è stato eletto, non ha nessuna storia politica, sociale o amministrativa: nonostante ciò è successo a se stesso! Coraggio o incoscienza? Si tratta di vanità e egolatria (avrà pensato: se Di Maio è oggi Ministro degli Esteri e ieri è stato Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, ho il diritto di essere beatificato senza processo canonico). Come dargli torto. Succede però che, un evento inaspettato (??) che è stato determinante per tenerlo saldo a Palazzo Chigi, abbia causato uno scenario sanitario, economico e sociale che necessita competenza, temperamento, capacità decisionali e visione politica. Caratteristiche queste che non sono connaturate e sviluppate nell’uomo di Volturara Appula, nè appartengono al suo consigliori più ascoltato (leggi Casalino). Come il gallo cedrone non si è accorto che una volpe si stava avvicinando. Qualcuno dirà: l’istinto predatorio del Rottamatore si è indebolito molto, ma chi scrive ritiene che gran parte dei cittadini italiani siano stufi di sentire questo canto divenuto gracchiante e stonato.
Il Paese necessita di competenza e chi governa è incompetente. Il partito di maggioranza relativa (M5S) si è rilevato la quintessenza di una Kasta da discount, una sottomarca priva di preparazione e di senso della realtà. Costoro, oramai, sono minoranza nel Paese (basti pensare ai risultati ottenuti alle elezioni europee, regionali e comunali) e, pur di mantenere stipendio e privilegi (al prossimo turno elettorale rischiano di non essere neppure rappresentati), sarebbero disposti a qualunque compromesso ossia ad appoggiare qualsivoglia maggioranza. Non è immaginabile che i 209 miliardi del Next Generation Eu possano essere gestiti da siffatti attori politici. Nè il PD, asfaltato alle urne, può ancora ergersi con la iattanza di cui è massimo interprete ad apostolo della democrazia presente e futura. Solo Travaglio (per disturbi dell’udito….) può ritenere che il canto del gallo cedrone sia una melodia. Per questo Natale sarebbe utile la lettura di “Il bosco degli urogalli” di Mario Rigoni Stern.