Ha stracciato le sue dimissioni sul filo di lana alle 23,58, ma 18 minuti prima (esattamente alle 23,40) aveva inviato (anzi hanno inviato dalla sua segreteria), la Pec con la quale revocava le sue dimissioni. Nella foto la lettera inviata al presidente del Consiglio comunale.
Diciotto minuti di sceneggiata, prima di quel gesto (solo simbolico), con il quale in corrispondenza del suono del gong con il quale ha mantenuto ben salde le sue chiappe alla poltrona di sindaco di Messina. Lo show di Cateno De Luca, dopo quasi tre ore di diretta, intervallate da uno stop per asseriti problemi tecnici, era tutto una finzione. Un modo per trattenere con il fiato sospeso quanti avevano creduto nel “nobile” gesto delle dimissioni.
Una sceneggiata napoletana che dimostra, tuttavia, due aspetti molto importanti. Il primo riguarda l’attaccamento alla poltrona del sindaco Cateno De Luca, colui il quale ha vilipeso i consiglieri comunali “minacciandoli” di volersi dimettere almeno in sei occasioni, chiedendo la mozione di sfiducia, per ottenere la votazione di atti in aula.
Ma il secondo aspetto, riguarda la debolezza politica del sindaco Cateno De Luca, il quale in passato ha minacciato di dimettersi – cosa che non ha mai fatto – ma con la convinzione che sarebbe stato rieletto in caso di nuove elezioni.
Oggi no, gli scenari sono cambiati e “vigliaccamente” De Luca non se l’è sentita di sottoporsi al giudizio dei messinesi. Sa che il vento è decisamente cambiato in una città che sta conoscendo giorno dopo giorno quale sciagura s’è abbattuta sulla loro testa con l’elezione di Cateno De Luca.
C’è un aspetto non meno importante e riguarda proprio la considerazione che il sindaco ha dei messinesi, considerati come allocchi, o se volete asini volanti, o peggio ancora come pecore. Le foto postate da De Luca con il gregge lascia sgomenti.
In conclusione, il primo cittadino ha fatto comunque benissimo a revocare le sue dimissioni perché è stato democraticamente – e sciaguratamente – eletto dai messinesi. La nova stagione politica s’è comunque aperta e come ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale, Claudio Cardile, l’aula ne esce più compatta. Adesso la politica si deve compattare e lavorare in ottica futura perché De Luca va rispedito nel suo feudo di Fiumedinisi fra 30 mesi.
Nota a margine, nella missiva non si parla di Paolo La Paglia, ma solo di un cambio dello scenario…
Davide Gambale