Sono salite a due le morti su cui in Sicilia si cerca di far luce, per capire se siano collegate in qualche modo alla somministrazione del vaccino Astrazeneca. Si tratta di Stefano Paternò, militare 43enne originario di Corleone e in servizio ad Augusta, e Davide Villa, investigatore 50enne della Squadra Mobile di Catania. Due casi sui quali le procure di Siracusa e di Catania hanno aperto due inchieste, con i magistrati aretusei che hanno anche iscritto già dieci persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Stefano Paternò è morto per un arresto cardiaco sopraggiunto il giorno dopo essersi sottoposto al vaccino Astrazeneca appartenente al lotto ABV2856, quello di cui l’Aifa ha chiesto il sequestro in tutta Italia. Una morte le cui circostanze richiamano quelle della scomparsa, 13 giorni fa, di Davide Villa, agente della deceduto all’ospedale San Marco di Catania per una trombosi che gli ha causato un’emorragia celebrale. Sulle due vicende vuole vederci chiaro anche la Regione SICILIAna che di concerto con Roma ha ritirato le dosi di vaccino giunte sull’isola e appartenenti al lotto sotto indagine. “Anche Maniscalco si sarebbe sentito male dopo avere ricevuto la prima dose del vaccino, e la Procura trapanese aveva aperto nei giorni scorsi un’inchiesta. Il sottufficiale è stato sottoposto ad autopsia che ha dato esito negativo.
L’Asp sta comunque verificando se la dose del vaccino utilizzato faccia parte dello stesso lotto di cui oggi è stato disposto il sequestro.