Reati ambientali, giro di vite della Municipale: raffica di denunce

Continua incessante l’attività del reparto Ambientale della Polizia municipale di Messina per contrastare i reati in materia ambientale. Gli agenti impegnati sul territorio, infatti, hanno identificato i responsabili di numerosi abusi contro l’ambiente che hanno riguardato l’abbandono di rifiuti e la realizzazione di opere abusive su aree demaniali protette, in dispregio a qualsiasi norma e vincolo paesaggistico.

La settimana si apre con un intervento in pieno centro dove è stato liberato un appartamento di tutto quanto in esso contenuto (mobili, divani, suppellettili ed elettrodomestici) al fine di ristrutturarlo ed affittarlo. Il contenuto è stato accatasto sul marciapiede, nelle vicinanze dei pochi cassonetti rimasti ma che tra poco saranno rimossi dalla Messinaservizi Bene Comune per chiudere il cerchio della raccolta differenziata.

Gli agenti hanno battuto tutta la zona risalendo all’appartamento in corso di ristrutturazione; la giustificazione è sempre la stessa “avremmo chiamato la Messinaservizi per farli prelevare”, peccato che il servizio reso dalla società partecipata necessita di preventiva prenotazione e comunque per un limitato numero di massimo tre pezzi e con assegnazione di apposito codice. La discarica è stata sequestrata e il responsabile denunciato all’autorità giudiziaria.

L’attività è proseguita nei giorni seguenti in località Sivirga dove un soggetto è stato intercettato da una pattuglia del reparto intento a trasportare rifiuti di ogni genere a bordo di una piccola moto Ape. Seguito il soggetto a destinazione si è scoperto che lo stesso gestiva un’attività di raccolta selezione e riciclaggio di rifiuti speciali pericolosi in assenza di alcuna autorizzazione.

Nella proprietà sono stati infatti rinvenuti, accatastati per tipologia: batterie da auto, cavi elettrici ancora coperti da guaina, elettrodomestici dismessi, plastica e materiali ferrosi. Da un’attenta ispezione dei luoghi si è scoperta la realizzazione di un fabbricato in assenza del prescritto permesso di costruire e autorizzazione del Genio Civile. Particolare che è subito balzato agli occhi degli agenti operanti è che lo stesso manufatto era stato costruito inglobando un palo della pubblica illuminazione; da qui la verifica della fornitura elettrica mediante personale specializzato ENEL che ha permesso di accertare l’allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica.

Per i coniugi è scattata la denuncia ed il sequestro della moto Ape, del terreno destinato a discarica e del manufatto in corso di realizzazione.

Nella stessa settimana un furgone Fiat Fiorino, carico di materassi e mobili, è stato fermato dal personale del reparto dopa aver liberato un appartamento del centro cittadino dai materiali che stava trasportando presso un terreno in cui venivano depositati. Anche in questo caso è scattata la denuncia per il committente e per il responsabile del trasporto.

E ancora, nella riviera nord della città un soggetto è stato individuato intento a completare la realizzazione di un impianto di rimessaggio barche costituito da una rampa in calcestruzzo di circa 32,00 mq su area demaniale, di collegamento tra la pubblica via e la riva del mare, e di una predisposizione per la posa di un verricello. Per la realizzazione dell’opera il soggetto ha commissionato la posa in opera di ben 24,00 mc di calcestruzzo che gli sono stati forniti mediante due autobetoniere i cui autisti non si sono fatti scrupolo, ultimato lo scarico del cemento, di lavare i grandi tamburi dei due automezzi scaricando i fanghi di cemento sulla battigia poco più avanti della realizzanda opera.

Le indagini, portate avanti dall’ispettore Visalli, coordinatore del reparto Ambientale, e dai suoi uomini, hanno permesso di individuare l’azienda fornitrice del calcestruzzo e i due autisti, resisi responsabili, oltre che del reato previsto e punito dagli artt. 54 e 1161 Codice della Navigazione (occupazione e innovazione abusiva dell’area demaniale), anche del reato di inquinamento e deturpamento ambientale. Tutti i soggetti sono stati denunciati all’autorità giudiziaria, inoltre sia l’opera in corso di costruzione che l’area oggetto di sversamento dei fanghi e le due autobetoniere sono stati soggetti a sequestro giudiziario.

L’attività della settimana si è conclusa con l’identificazione di un ennesimo soggetto resosi responsabile del reato di gestione di rifiuti (art. 256 D.Lgs 152/06), in quanto improvvisatosi “svuotacantine”, con l’utilizzo di una moto Ape e manodopera occasionale, si è fatto lecito liberare una cantina da mobili ed elettrodomestici che ha successivamente abbandonato al suolo nello stesso quartiere del prelievo, poco distante dall’immobile liberato. L’individuazione e identificazione del soggetto è stata possibile grazie alla collaborazione di numerosi testimoni e della persona che ha commissionato tale compito al costo di appena 100€. All’ennesimo lavoro commissionato si sono presentati gli agenti in borghese che hanno così posto fine all’illecita attività con la denuncia dello stesso e del committente all’autorità giudiziaria.

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