Piazza Cairoli, la riqualificazione dimenticata

Un anno fa l’amministrazione comunale annunciava “urbi et orbi” la riqualificazione di piazza Cairoli lato monte. Nelle intenzioni di Palazzo Zanca c’era un ambizioso progetto da realizzare con i fondi stanziati dalla Regione per la costruzione della rotatoria via Garibaldi-via Tommaso Cannizzaro. Progetto cancellato con un colpo di spugna ma con l’impegno di riqualificare piazza Cairoli con la realizzazione della pavimentazione che avrebbe dovuto sostituire l’asfalto della strada.

Piazza Cairoli abbandonata a se stessa

Un annuncio che è rimasto tale. Oggi piazza Cairoli è un “non luogo”, abbandonato a se stessa, nell’incuria più totale. Quello che avrebbe dovuto essere il salotto buono della città si sta trasformando in una sorta di casba.

Agli occhi del cittadino stanno, certamente, balzando le recenti aperture di chioschi per la vendita anche di prodotti alimentari e bevande. Addirittura, stando ai si dice, alcune delle vecchie edicole (come da progetto iniziale), saranno trasformati in distributori automatici di bevande. Ciò contrasta con la legge Franceschini, sulla tutela e valorizzazione delle botteghe storiche dei centri cittadini.

Lino Santoro, titolare dell’omonimo ritrovo di Piazza Cairoli

Ovviamente, sono saliti sull’Aventino i titolari dei ritrovi della zona che si dicono fortemente contrari all’apertura di distributori automatici di bevande. Uno di questi è Lino Santoro Amante, titolare dell’omonimo e storico ritrovo di piazza Cairoli. “Per onestà intellettuale – afferma – devo dire che questa amministrazione non ha responsabilità, se non per il ritardo della riqualificazione della piazza, ma il cambio di destinazione d’uso dei chioschi è da imputare all’ex sindaco Renato Accorinti. Ma il progetto originario era un altro. Nulla contro chi vende caramelle e leccornie, ma di deve mettere fine a questa deregulation. Se come si dice lì in piazza saranno realizzati punti automatici di distribuzione di bevande vorrà dire che noi ci adegueremo per salvaguardare il nostro personale, vogliamo anche noi spostare il nostro ritrovo in piazza, dove peraltro c’erano un gazebo che abbiamo dovuto rimuovere per un contenzioso capzioso con il Comune. Ciò significa che avremmo un sostanziale beneficio derivante dalla riduzione del canone d’affitto esoso che paghiamo per le nostre botteghe. Altrimenti, l’amministrazione comunale deve tutelare le aziende storiche che danno lavoro a decine di impiegati”.

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