Paraculo, nella sua accezione di persona scaltra e opportunista. Non esiste sostantivo migliore per definire il sindaco Cateno De Luca, improvvisamente diventato un sostenitore del Ponte sullo Stretto di Messina. S’è incuneato nel dibattito politico all’indomani dell’infausta decisione di escludere la realizzazione della mega infrastruttura dall’agenda del Recovery fund.
Da una settimana il buongiorno di Cateno De Luca è infarcito di avvertimenti e minacce di dare vita ad un movimento meridionalista. Il Ponte è diventato il leit-motiv del suo reality politico sui Social, dove tuttavia non ottiene i consensi sperati. De Luca tenta di uscire dall’isolamento politico nel quale si è cacciato per via della sua inaffidabilità tentando ammiccamenti, ieri con Forza Italia, poi con la Lega adesso con Fratelli d’Italia. Ieri sera ha anche rilanciato sulla sua pagina Fb un’agenzia che riporta le dichiarazioni dei parlamentari del partito della Meloni, Marco Silvestroni e Mauro Rotelli, componenti della Commissione trasporti alla Camera: entrambi parlano di una maggioranza andata in tilt sul Ponte sullo Stretto di Messina. Il tentativo è forse quello di ingraziarsi la Meloni?
Stamattina la solita solfa sul Partito del Sud: “Si deve cacciare la mala razza della politica. Io sono Messina ed ho le carte in regolare per pretendere infrastrutture strategiche per il Meridione. E tu Stato sei in regola nei confronti del Popolo”. E’ il lancio del video di questa mattina.
Oggi, Cateno De Luca scopre che esiste un progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, ma in passato l’argomento forse gli era sconosciuto. Da parlamentare regionale non è passata alla storia nessuna sua presa di posizione, da sindaco di Messina (carica che ricopre da quasi due anni e mezzo), solo ad inizio marzo si registrano i suoi interventi. Ecco questo è il paraculismo di Cateno De Luca, uno scaltro opportunista che ha compreso come l’argomento possa suscitare l’attenzione dei Meridionali. Da qui, la provocazione di lanciare un Partito del Sud, mettendosi alla guida di un movimento politico. Bravo, ma con quale credibilità? Con quella del politico che sussurra alle pecore, o dell’insultatore seriale alle più alte cariche dello Stato?
Si dirà che anche Grillo si lanciò nell’agone della politica con il proverbiale “vaffa”, con la politica degli insulti ha costruito un movimento che oggi, però, si è sciolto come la neve al sole.
Cateno De Luca ha palesato tutte la sue carte e oggi i cittadini-elettori difficilmente daranno credito a un urlatore che fa l’esatto opposto di quello che dice. La sua immagine è stata sporcata dalle macchiette che ha inscenato da quand’è sindaco di Messina, al fine di costruirsi un effimero consenso.
Piuttosto, pensasse ad amministrare la città invece di perdere tempo con argomenti che potrebbero essere essere solo funzionali al suo successo politico.
Davide Gambale