“Adotta una spiaggia”, al via la nuova campagna di Marevivo

ROMA (ITALPRESS) – A trentasei anni dalla prima attività di beach cleanup, Marevivo lancia oggi la sua nuova campagna nazionale “Adotta una spiaggia”, attraverso la quale sarà possibile sostenere l’Associazione nelle attività di pulizia, osservazione e valorizzazione di decine di spiagge in tutta Italia, dalla Liguria alla Sardegna, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia.
Con la campagna “Adotta una spiaggia” Marevivo vuole dunque promuovere azioni concrete per contribuire a contrastare alcune delle criticità generate dall’azione antropica ma anche ricordare quanto sia una responsabilità collettiva avere cura costantemente di un ambiente così fragile e prezioso al quale ancora oggi purtroppo siamo abituati a pensare solo in estate e in una misura “accessoria”. A prendersi cura delle spiagge “adottate” saranno i volontari delle Delegazioni di Marevivo sul territorio, da anni impegnati costantemente a tutelarne l’integrità, il valore naturalistico e la bellezza.
Le donazioni permetteranno a centinaia di attivisti di Marevivo di avviare e sostenere nel tempo attività di pulizia e di sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni locali, anche attraverso l’installazione di pannelli informativi.
Dal sito di Marevivo sarà possibile scegliere quale spiaggia “adottare”, optando per una a cui si è fortemente legati o piuttosto a una lontana ma particolarmente preziosa dal punto di vista naturalistico.
“Quando pensiamo alla spiaggia spesso non ci rendiamo conto che si tratta di un ecosistema complesso, habitat naturale di centinaia di animali e piante marine” ha dichiarato Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo. “Per proteggerla dobbiamo capirne il valore, guardarla con occhi diversi. Per questo abbiamo deciso di lanciare questa campagna e di chiedere a tutte le persone che amano il mare di aiutarci a preservare decine di spiagge in tutta Italia e gli animali che le abitano”.
L’Italia ha circa 8000 km di costa, il 50% circa è rappresentato da coste sabbiose, il 34% rocciose e il 16% è occupato da infrastrutture di vario genere: porti, aree industriali, insediamenti turistici, aree agricole o commerciali.
I litorali sabbiosi, le spiagge e le dune costiere sono tra gli habitat europei e nazionali con il peggiore stato di conservazione. Le principali minacce e pressioni su questi ambienti fragili sono l’inquinamento, la cementificazione delle coste, il turismo irresponsabile, le attività che si svolgono nell’immediato entroterra, la distruzione delle praterie sommerse di posidonia, la presenza di specie aliene, la distruzione degli alvei dei fiumi. Si stima che l’inquinamento delle spiagge colpisca più di 800 specie di fauna selvatica in tutto il mondo, e sono più di 100.000 gli uccelli, le tartarughe marine e i mammiferi marini che ogni anno muoiono a causa dei rifiuti di plastica abbandonati. Hanno la loro influenza anche fenomeni a scala globale come i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature medie del pianeta.
A causa del disturbo e dell’eccessivo afflusso di bagnanti, animali come il fratino o la tartaruga marina Caretta caretta non riescono a trovare le condizioni adatte per la riproduzione, la deposizione e la schiusa delle uova o per lo sviluppo della prole.
La tipica vegetazione costiera è quasi ovunque scomparsa o fortemente compromessa e non riesce più a svolgere il suo ruolo di contrasto all’erosione. Specie tipiche dei litorali sabbiosi come il giglio di mare o la sfinge del pancrazio (una farfalla notturna il cui bruco si nutre esclusivamente delle foglie di questa pianta), stanno ormai diventando rare ovunque.
Altra grave minaccia è rappresentata dall’erosione costiera, fenomeno particolarmente forte in Italia che negli ultimi 50 anni ha perso 40 milioni di metri quadrati di spiaggia e dove attualmente quasi il 50% delle coste sabbiose è soggetto a erosione ed è stato trasformato e urbanizzato distruggendo o modificando in maniera allarmante la morfologia naturale della costa e il paesaggio preesistente.
(ITALPRESS).

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