Giallo di Caronia, dubbi sulla psiche di Viviana

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Giallo di Caronia, dubbi sulla psiche di Viviana

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sabato 04 Settembre 2021 - 11:51

“La richiesta di archiviazione proposta dalla Procura di Patti è composta da 526 pagine che noi confutiamo e contestiamo totalmente: sono pagine che non dimostrano nulla. Sono ipotesi campate sul nulla e sono una replica alle nostre ipotesi di lavoro”. Non è ancora chiusa la vicenda della morte della dj Viviana Parisi secondo il criminologo Carmelo Lavorino, consulente dei legali di Daniele Mondello, padre di Gioele e marito della 43enne.

Il bambino e la madre sono stati trovati morti a Caronia l’agosto dell’anno scorso. La Procura di Patti ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sostenendo che la donna ha ucciso il figlio e che poi si è suicidata.

Tesi contestata dalla famiglia della donna. “Un insieme di teorie – aggiunge Lavorino – per dimostrare che non hanno sbagliato e che noi abbiamo torto. I pm si arrampicano sugli specchi, non hanno nulla di certo, si basano sulle conclusioni apodittche quindi senza basi scientifiche, dei sette consulenti. La procura ipotizza che Viviana dopo aver fatto l’incidente con l’auto in galleria non aveva alcuna intenzione di uccidere il figlio, poi chissà, sono scappati nel bosco, forse il bimbo è morto cadendo, forse la madre lo ha ucciso e lo ha lasciato tra i rovi. Poi si è allontanata è salita sul traliccio e si è suicidata. Non ci sono prove. Hanno fatto sviste medico-legali e tecnico-scientifiche che noi andremo a contestare. Fra qualche giorno presenteremo la nostra consulenza per fare opposizione all’istanza di archiviazione”.

Nella richiesta di archiviazione c’è una conversazione significativa tra Mondello e il 112, il 18 marzo 2020: “Mi serve un’ambulanza mia moglie sta malissimo, non lo so, le è venuta una crisi, dice cose allucinanti, è fuori di testa ormai, è fuori di testa”, dice il marito di Viviana.

Quel giorno al pronto soccorso dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il medico scrive che la paziente è “in preda a un delirio mistico con manie di persecuzione. Il marito riferisce che la paziente si sente perseguitata da circa due anni” ma che dal giorno prima ha avuto un peggioramento.

Il medico chiede l’assistenza sanitaria obbligatoria. Sempre agli atti c’è la testimonianza di un sacerdote di Venetico che vide qualche tempo prima Viviana due volte, da sola, ferma davanti alla chiesa mentre leggeva ad alta voce brani della bibbia. Lettura durata anche un’ora. Viviana prima di salire sull’ambulanza disse al sacerdote: “Padre Cleto, è arrivato il tempo dell’apocalisse”.

Agli atti dell’inchiesta ci sono testimonianze di diversi amici di Viviana che sostengono che la donna, nel tempo, aveva manifestato comportamenti che indicavano instabilità psicologica. Da persona allegra e solare la donna sarebbe diventata – dicono i testimoni – triste e arrabbiata e credeva che i servizi sociali la seguissero per portarle via Gioele.

Secondo una testimone Daniele Mondello le aveva chiesto il numero di telefono di padre Cleto perché pensava che la moglie fosse indemoniata e avesse bisogno di un esorcista. Durante il periodo di lockdown, nel 2020, dicono i vicini di casa di Viviana, la donna aveva deliri mistici e crisi psicotiche.

I comportamenti della Dj sono stati confermati anche dal marito, dalla cognata Maria Mondello, dal suocero Letterio Mondello e dal cognato Candeloro Mondello. Dai messaggi Whatsapp tra Viviana e il marito si evince – dicono gli inquirenti – che tra i due vi fosse una forte situazione conflittuale anche per le precarie condizioni economiche della famiglia.

Sempre nella richiesta di archiviazione si evince che la sorella di Viviana, Denise, non rivelò agli inquirenti che la donna aveva tentato il suicidio.

C’è anche un’intercettazione in cui la cognata della donna, Maria Mondello, parlando con un’amica al telefono dice: “Sono arrabbiata con lei.. va a mio nipote me lo ha ammazzato lei. Per la sua testa.. per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impego ma lei non si è voluta curare…”. Maria rimproverava al fratello, il marito di Viviana, dicono gli inquirenti, di aver permesso alla donna di uscire in auto da sola, la mattina del 3 agosto, portando il figlio Gioele, nonostante conoscesse le sue condizioni di salute.

Ma non è finita. Salta fuori pure una conversazione telefonica tra Daniele Mondello e il cognato Roberto Parisi sui compensi televisivi: “Ma quale mille euro, Roberto – dice il primo -. Sì, mille euro, ma non esiste. Almeno… ma… il più scarso dev’essere cinquemila euro. Se no non ci vado, non mi interessa non mi sbatto”.

E’ il 10 ottobre 2020, circa due mesi dopo la morte della moglie e del figlioletto. I due discutono sul boom di ascolti in alcune trasmissioni tv che parlano della vicenda. Il cognato diceva che lui per mille euro avrebbe partecipato a una trasmissione televisiva. Mondello ribatteva: “Per meno di 5 mila euro non ci vado. Ma che fai scherzi? Ma tu lo sai quanto vengono pagate le persone là? Tu non hai idea”. I due dialogano a lungo sulla possibilità di partecipare a pagamento a una trasmissione tv.

Per la procura di Patti nella vicenda della morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele c’è “l’assoluta certezza che non sia configurabile alcuna responsabilità dolosa o colposa diretta o indiretta a carico di soggetti terzi. Nessun soggetto estraneo ha avuto un ruolo, neanche marginale, mediato o indiretto nella causazione di un così terribile doloroso evento”.

Per la Procura, Viviana si è suicidata. Rimangono i dubbi su come sia morto Gioele. “L’ipotesi dell’infanticidio – scrive la procura nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta – (volontario o involontario) commesso da Viviana alla luce dell’indubbio carattere residuale dell’altro scenario prima prospettato (morte Gioele causata da una mera lesione interna, da un colpo di calore, etc) continua a rimanere la più probabile e fondata”.

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