Giunge alla quarta edizione “Mediterranei invisibili – Viaggio sullo Stretto”, il progetto ideato e messo a punto da Alfonso Femia “per raccontare i luoghi attraverso dialoghi e testimonianze che consentono di superare la percezione superficiale per far emergere identità e proiezioni nel futuro”, così come si legge in una nota. Si tratta di un ciclo di incontri, iniziato giovedì 16, che si terrà sino a domenica 19.
I temi del viaggio, – Riscatto, Materia, Geografia con le tre linee d’acqua – Linea di crinale, Linea di piana, Linea di costa – che verranno sviluppati nel corso dei talk e dei dibattiti, sono combinati ad azioni/sfide – Cominciare, Rispettare, Gestire, Vigilare, Progettare, Governare – secondo una matrice che sia anche chiave di lettura dell’esplorazione e premessa di impegni futuri.
Tra gli ospiti, oltre ai rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, l’antropologa Patrizia Giancotti, Mario Mega (presidente dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto), Antonio Tramontana (presidente della Camera di Commercio Industria e Artigianato di Reggio Calabria), Maria Teresa Morano (coordinatore associazioni antiracket della Calabria).
Quest’anno il viaggio mette insieme la linea di costa, con quella di piana e di crinale, in una rappresentazione di geografia narrativa e sentimentale che definisce un ambiente di straordinaria intensità paesaggistica, tale da costituire una delle più grandi opere d’arte naturali del Mediterraneo.
Con il viaggio 2021, Mediterranei Invisibile intende affermare e dimostrare che gli effetti della crisi pandemica stanno portando a una riarticolazione delle relazioni tra Nord e Sud del Paese e che è questo il tempo della riscossa attraverso l’enorme potenzialità del Sud invisibile.
Ogni tappa sarà esemplificativa dei riferimenti individuati: Masseria Acton a Cannavà, Seminara, Diga del Menta a Roccaforte del Greco, ex base U.S.AF. di Monte Nardello, nel cuore dell’Aspromonte, Fiumara Gallico e Fiumara Sant’Agata per il versante calabrese; Rada di San Francesco, Porto Tremestieri, Sacrario di Cristo Re per il versante siciliano.
“A distanza di quattro anni dal primo appuntamento, – si continua a leggere nella nota – le ambizioni sono maturate: al desiderio di conoscere e rivelare “l’invisibile”, si è aggiunta la volontà di contribuire a una trasformazione che significhi affrancarsi dai paradigmi del passato per crescere e svilupparsi come parte importante dell’Italia e del Mediterraneo tutto.
“Il progetto prende le distanze, pur senza negarle, dalle tre grandi questioni che sono state e sono tuttora la cifra descrittiva di tutto il Sud: la sua rovina dopo l’unificazione d’Italia, l’arrogante Nord che ha colonizzato il fragile meridione e, non ultimo, la geografia nella sua declinazione più negativa che ha stigmatizzato il Sud come terra lontana e arida.
“Il Sud è oggi (anche) soprattutto altro. All’immagine stereotipata si deve sostituire una nuova mappa di conciliazione tra le scale micro e macro territoriali, che ridisegni i confini ambientali e infrastrutturali, evidenzi le lacune e ponga le basi per un progetto di politica urbana e rurale.
“I punti di riferimento nella mappa sono l’abitare, il riuso delle principali funzioni pubbliche, a partire dalle scuole, la trama infrastrutturale e l’ambiente (verde e acqua), il patrimonio artigianale e produttivo. Indagare le relazioni tra costa e costa, attraverso questi elementi, contribuisce a individuare sia le fragilità, sia le potenzialità e a porre le basi per uno Stretto non più invisibile, uno Stretto internazionale dove Messina e Reggio Calabria siano, alla stregua di Barcellona e Marsiglia, centri nevralgici del Mediterraneo.
“Alla vigilia dell’edizione 2020, irrinunciabile nonostante la pandemia, Alfonso Femia aveva affermato che il senso delle cose era cambiato e che era giunto il momento per immaginare il futuro del Sud in un altro modo. A distanza di un anno, con il virus in fase di confinamento grazie ai vaccini e con l’accesso a una significativa quantità di risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’obiettivo di Mediterranei Invisibili è quello di ragionare su come sia possibile cogliere l’occasione di trasformare lo Stretto da Invisibile a Internazionale”.
Il progetto “Mediterranei Invisibili – Viaggio nello Stretto IV” è ideato e sviluppato da Alfonso Femia e prodotto da 500×100 con Marco Predari e Giorgio Tartaro, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti territoriali e la collaborazione degli ambassador Salvatore Greco, Francesco Messina, Michelangelo Pugliese, Gaetano Scarcella, e con la partecipazione dell’architetto Giovanni Aurino e dei prof. arch. Giovanni Multari, Raffaele Cutillo, Laura Pavia e Gaetano Di Gesu.
I fotografi Mario Ferrara, Stefano Anzini, Marco Introini, saranno gli “occhi”, lo sguardo che rallenta, esplora e rivela i luoghi “invisibili”. 500×100 è ideata e sviluppata da Atelier(s) Alfonso Femia e Universal Selecta con la partecipazione di Attico Interni, Eco-contract, Staygreen, Federico Berruti e Antonio D’Oca, Pellini, efm.