Scoperta una truffa milionaria ai danni del Servizio sanitario nazionale. Un blitz della guardia di finanza è in corso a MESSINA: sono 25 gli indagati, a vario titolo, tra funzionari pubblici dell’Azienda Sanitaria Provinciale della città e responsabili apicali e dipendenti di strutture private convenzionate, titolari delle più conosciute ed importanti case di cura messinesi. I finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di MESSINA stanno eseguendo una misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell’ambito di imprese e persone giuridiche, per la durata di quattro mesi, e il sequestro di liquidità finanziarie per oltre 3 milioni di euro nei confronti di 7 strutture private convenzionate, provento, secondo le accuse, del reato di truffa aggravata in danno del Servizio Sanitario pubblico.
Figura centrale dell’inchiesta della Procura su una truffa milionaria al Servizio sanitario Nazionale, che ha portato a tre misure cautelari, e’ l’ex dirigente dell’ASP di MESSINA Mariagiuliana Fazio (di recente andata in pensione e quindi non destinataria di provvedimento cautelare), indagata per truffa aggravata allo Stato, accesso abusivo a sistema informatico, falso e corruzione, gia’ a capo del Nucleo Operativo di Controllo dell’ASP di MESSINA.
Gli altri indagati sono Domenico Chiera, calabrese, 62 anni, direttore sanitario della COT, destinataria di 364.415,77 euro e indagato per accesso abusivo al sistema informatico e il messinese Gustavo Barresi, 51 anni, socio della casa di cura Villa Salus, destinataria di 655.063,55 euro. Per i tre e’ stata disposta la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attivita’ imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell’ambito di imprese e persone giuridiche, per quattro mesi. Dall’inchiesta, coordinata dalla Procura guidata da Maurizio de Lucia, sono emerse irregolarita’ anche rispetto ad altre case di cura di MESSINA: la Cristo Re, attraverso il rappresentante legale Antonino Merlino, che ha incassato rimborsi per 259.866,47 euro. Anche in questo caso son o stati accertati accessi abusivi al sistema informatico eseguiti da due dipendenti della Cristo Re S.r.l., oggi indagati; la casa di cura San Camillo, amministrata dalla Provincia Sicula dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, destinataria di 400.594,40 euro e la casa di cura amministrata dalla Carmona S.r.l., attraverso l’amministratrice Caterina Facciola, che ha incassato 899.215,35 euro. La Fazio si sarebbe servita della complicita’ di 14 addetti al suo ufficio, tutti indagati per falso. Dalle indagini e’ emerso che la donna dava indicazioni ai suoi collaboratori su cosa scrivere, o non far rilevare in sede di ispezione delle case di cura, sollecitando i suoi a non verbalizzare, ad esempio, carenze di personale negli orari notturni “…no, non scriverla come criticita’…non la…non la scrivere…”, diceva non sapendo di essere intercettata. O ancora sulle modalita’ di intervista dei pazienti sulla qualita’ del servizio offerto, quando suggeriva che l’attivita’ venisse svolta in presenza del direttore sanitario, cosi’ da condizionare i pazienti nelle risposte che avrebbero fornito. “Fate delle interviste ai pazienti…insieme al direttore sanitario, pero’ fallo col direttore sanitario cosi’ hanno una remora nel ….ok ci siamo capiti!…”, diceva. Per questo e’ indagato, per falso, insieme alla Fazio ed agli appartenenti al N.O.C., anche il direttore sanitario della Cappellani Giomi S.p.a.. Infine l’ex dirigente si e’ resa protagonista anche di altre ipotesi di reato che il gip ha bollato come di “mercimonio della funzione pubblica” per aver sollecitato Emmanuel Miraglia a migliorare il trattamento economico del figlio, dipendente della Giomi S.p.a.. La Fazio avrebbe ricevuto anche gioielli pagati dalla casa di cura, ottenuto da Chiera l’assunzione presso la il centro sanitario gestito dalla Cure Ortopediche Traumatologiche S.p.a. del compagno di una sua collaboratrice amministrativa e da Barresi l’assunzione a Villa Salus di una amica.