Pazienti psichiatrici, Uil-Fpl: “Gestione un disastro”

Le criticità della gestione dei pazienti psichiatrici di Messina al centro di una nota della Uil-Fpl recante le firme di Pippo Calapai, Corrado Lamanna e Livio Andronico, rispettivamente segretario generale, responsabile area medica e segretario aziendale Papardo del sindacato. La missiva è indirizzata al prefetto, ai direttori generale di Papardo, Policlinico e Asp, al direttore del 118 e all’assessorato regionale alla Salute.

“La scrivente Organizzazione Sindacale, ancora una volta denuncia la grave e difficile condizione di lavoro del personale dirigente medico e dell’Area del Comparto del Pronto Soccorso dell ‘Azienda Ospedaliera Papardo, a causa dei disagi conseguenti l’iper afflusso di pazienti psichiatrici che giungono da tutte le parti del territorio Messinese essendo presente nel presidio ospedaliero della città di Messina l’unica psichiatria che garantisce le urgenze. Appare inspiegabile come ad oggi non si sia voluta trovare una soluzione al problema più di una volta segnalato dalla scrivente organizzazione alle autorità in indirizzo (ultima nostra nota del 26.07.2021 restata colpevolmente inascoltata), eppure le soluzioni ci sarebbero: 1) Attivare per le urgenze psichiatriche e TSO, anche l’U.O. di Psichiatria del Policlinico Universitario di Me, che ad oggi non le garantisce pur avendo posti letto assegnati ed una adeguata dotazione organica; 2) Attivare il 118 per il trasporto dei pazienti psichiatrici nei Pronto Soccorsi anche degli altri nosocomi cittadini, dove una volta stabilizzati, potrebbero essere inviati per eventuale consulenza nel reparto di psichiatria del Papardo, cosi come accade per qualsiasi altra patologia priva di specialistica nell’ambito del presidio ospedaliero, dove in tal caso, i pazienti vengono inviati in altri nosocomi, per consulenze e poi vengono riportati al Pronto Soccorso di partenza, evitando così di portare tutti i malati psichiatrici al PS del Papardo anche quando non vi è alcuna disponibilità di posti nel reparto SPDC, che comunque è di pertinenza dell’ASP di Messina e permanere, ore e ore o anche giorni nella U.O. di MCAU con tutte le conseguenze del caso; 3) Prevedendo, eventualmente anche un punto sanitario dedicato all’interno dello stesso presidio Papardo, che possa far fronte alle urgenze di tali pazienti fragili. Siamo convinti a questo punto che tale situazione ad oggi mai risolta nonostante i continui solleciti della UIL FPL è dovuta non solo all’insensibilità da parte di chi ha il dovere morale di gestire tale importante problematica ma sicuramente alla loro incapacità di intervenire e risolvere la questione. Tutto ciò a chi giova? Forse a qualche altra Azienda sanitaria ospedaliera della città di Messina che non intende incollarsi il peso di pazienti psichiatrici acuti? Perché non attivare presso il P.O. Piemonte i posti letto di SPDC previsti dalla rete ospedaliera, che prevede 30 posti letto per i Presidi ospedalieri della città di Messina? Questa grave carenza sta costringendo in molte occasioni anche ricoveri fuori regione dei pazienti psichiatrici con gravissimi disagi per le loro famiglie. A questo si aggiunge, come detto, lo stato di malessere generale e notevole stress tra gli operatori del PS Papardo, che devono gestire anche in alcune occasioni senza la presenza della polizia municipale (che invece dovrebbe essere presente come previsto dalla normativa per i TSO) anche più pazienti psichiatrici per volta, che nella fase acuta, si comportano in modo imprevedibile e spesso violento con seri rischi per operatori sanitari (ricordiamo i diversi casi di infortuni sul lavoro legati alle aggressioni subite) ed per gli altri pazienti. Pertanto, per quanto sopra la scrivente chiede per l’ennesima volta l’immediato avvio di un tavolo di confronto per trovare le giuste soluzioni relative alla gestione delle urgenze psichiatriche in città, perché fino ad ora solo grazie alla alta professionalità e allo spirito di sacrificio del personale del PSG Papardo lasciato letteralmente solo da tutti, istituzioni comprese, si è evitato il peggio”.

Conclude la nota dei sindacalisti.

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