La “Galassia Fenapi” rischia di traballare dopo la sentenza della Commissione Tributaria regionale, che ha respinto il ricorso presentato dai legali della “Federazione” che fa riferimento al sindaco Cateno De Luca. La sentenza, le cui motivazioni sono state depositate nelle scorse settimane, ha anche riformato la sentenza del primo organo di giudizio tributario, che aveva dato parzialmente ragione, in prima istanza, allo stesso Ente.
La ricostruzione
La vicenda è molto articolata e riguarda l’operato della Fenapi entrato da tempo nel mirino del Fisco e della Guardia di Finanza che sta spulciando le carte dell’Ente, diventato un colosso, anche da un punto di vista patrimoniale. La sentenza della Commissione Tributaria regionale è destinata a scatenare un autentico terremoto che avrà ripercussioni anche sul piano penale, dal momento che lo stesso organo giudicante ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica per “emissioni di fatture per operazioni inesistenti”. Ma il ventaglio dei reati potrebbe allargarsi. C’è da dire che il 10 gennaio è attesa la sentenza per il processo penale, per la quale il pubblico ministero ha richiesto 3 anni di pena.
I fatti contestati
La sentenza di rigetto dell’appello per la sentenza di primo grado, riguardano le contestazioni contenute in sei avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate, costituita peraltro in via incidentale nel processo di fronte alla Commissione Tributaria regionale. E si riferiscono a consistenti violazioni riguardanti Iva, Ires, Irap ed altro. La Guardia di Finanza di Messina avrebbe rilevato – si legge nel dispositivo della sentenza – emissioni di fatture per operazioni inesistenti e la notizia di reato è stata trasmessa agli organi competenti. Le società coinvolte, facenti parti della cosiddetta “Galassia Fenapi”, sono la Dionisio Srl, Delinisi Srl, Sviluppo Sociale e Nisaweb; le stesse sarebbero strettamente collegate fino a costituire un unico soggetto economico. Da qui ne discenderebbe – secondo i magistrati Tributari – omessa dichiarazione ai fini Iva, indebita detrazione di somme, omessa dichiarazione di Iva a debito e tante altre contestazioni. C’è anche un filone che porta a Roma, dove il Caf Fenapi avrebbe sborsato soldi per l’affitto di una sede mai utilizzata, come peraltro dichiarato dallo stesso Carmelo Satta, autentico dominus della “Galassia Fenapi”, assieme al sindaco di Messina, Cateno De Luca, oggi direttore generale della Fenapi, con compensi e consulenze milionari.
La sentenza della Commissione tributaria regionale (presidente Santa Micali, componenti Giuseppe Costa e Nunzio Trovato), è un autentico terremoto che avrà ripercussioni rilevanti per l’intera “Galassia Fenapi”.
Davide Gambale
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