Le nuove grane giudiziarie per la cosiddetta “Galassia Fenapi“, il colosso di assistenza fiscale cui fa riferimento l’attuale sindaco di Messina, Cateno De Luca, si arricchiscono di un nuovo capitolo.
“Emissioni di fatture per operazione inesistenti”, questa l’ipotesi di reato con la quale la Guardia di Finanza ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica, a seguito di specifici accertamenti che hanno avuto impulso dall’Agenzia delle Entrate. E’ quanto si legge nel dispositivo con il quale la Commissione tributaria regionale ha respinto il ricorso dei legali della Fenapi, dopo la sentenza della Commissione tributaria provinciale. Occorre rilevare che sull’argomento lo stesso Ente ha proposto ricorso per Cassazione.
C’è quindi un tema di non poco conto che sarebbe al vaglio dei magistrati della Procura di Messina e che si riferisce a presunte fatture emesse da società che – a detta dei magistrati della Commissione tributaria regionale – farebbero parte del medesimo corpo giuridico con servizi prestati alla Confederazione della Fenapi, per la quale il sindaco Cateno De Luca svolge proprie consulenze con parcelle milionarie.
Una vicenda slegata a quella per la quale il creatore della Fenapi, si vede sotto processo al Tribunale di Messina, con la richiesta di una condanna a tre anni da parte del pubblico ministero. La sentenza è attesa per il prossimo 10 gennaio.
Le acque della Fenapi si sono agitate dopo che la Guardia di Finanza ha passato al setaccio le carte del Centro di assistenza fiscale ormai con diramazione in tutta Italia e un fatturato milionario. Carte nelle quali – stando a quanto si legge nel dispositivo della Tributaria – sarebbero stati trovati degli aspetti che meritano approfondimenti da parte della Procura. E’ lecito attendersi che i magistrati stiano lavorando sulla trasmissione di questi atti da parte delle Fiamme Gialle. I fatti dai quali sono scaturiti gli accertamenti si riferiscono a cartelle esattoriali (5 in tutto), riguardanti gli anni 2011 e 2102.
I finanzieri hanno controllato un malloppo di fatture emesse da società satellite della Fenapi, come Dionisio Srl, Delnisi Srl, Sviluppo Sociale Srl e Nisaweb Srl, che avrebbero – il condizionale è d’obbligo – emesso fatture per prestazioni di servizi (fatture prive di data certa, si legge negli atti) e locazioni immobili. Società che, a detta dei magistrati tributari, avrebbero costituito un unico soggetto economico perché strettamente collegate fra di loro. Le fatture si riferiscono a servizi vari, costi per locazione immobili e personale in prestito.
C’è un passaggio della sentenza che riguarda anche la sede della Confederazione di Roma. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha eccepito che il Caf Fenapi pur risultando locatario dell’immobile della capitale, in realtà non lo avrebbe mai utilizzato, come risulta dal verbale della Guardia di Finanza in cui vengono riportate le dichiarazioni del legale rappresentante della società in oggetto.
Davide Gambale