De Luca potrebbe non dimettersi: cambia strategia?

Ad ogni intervista rilasciata, una data diversa. Il sindaco Cateno De Luca dà l’impressione di essere andato in confusione con la data delle sue possibili dimissioni da primo cittadino.

Un film già visto sugli schermi di Palazzo Zanca, lo stesso che nel programma dell’allora candidato sindaco avrebbe dovuto trasformarsi in un Casinò. Nulla di tutto questo, così come il tram volante e la cancellazione delle Società Partecipate. Definite da lui stesso il bancomat della politica, diventate invece una succursale della Fenapi, tenuto conto che molti amministratori provengono dal Patronato di Cateno De Luca.

A leggere le interviste di De Luca, l’ultima è stata rilasciata a “ilsicilia.it“, le dimissioni dovrebbero essere rassegnate il prossimo 5 febbraio. L’intervistato le dà per certe. Ma il sindaco “sceneggiatore” ci ha abituati ad analoghe messinscena.

In precedenza, lo stesso diretto interessato aveva riferito che avrebbe rimesso il suo mandato a fine febbraio, poi s’era detto entro marzo. Prendendo per buona – si fa per dire – l’ultimo data, al primo cittadino restano 38 giorni per completare l’opera iniziata a giugno del 2018, quando i messinesi gli consegnarono le chiavi della città.

Tuttavia, al di là delle interviste pare che in questi giorni lo stesso De Luca stia facendo alcune riflessioni politiche con i suoi “colonnelli” e pare stia maturando l’idea di non rassegnare più le sue dimissioni, avendo compreso che la corsa alla poltrona di Governatore di Sicilia potrebbe segnare la sua fine politica anticipata. Ammesso che non intervenga qualcos’altro.

Il 10 gennaio prossimo è attesa la sentenza per la vicenda Fenapi e quella data segna lo spartiacque per il cambio di strategia politica. In caso di condanna – l’accusa ha richiesto tre anni -, rimarrebbe a fare il sindaco perché non interviene la “Legge-Severino“, ma sarebbe uno smacco per uno come De Luca che ha “sputato” sentenze sugli avversari politici, utilizzando la macchina del fango per trarne vantaggi elettorali.

Intanto, alla vigilia di Natale, Cateno De Luca ha postato sul suo profilo Fb una foto che lo ritrae con la deputata di Forza Italia, Matilde Siracusano, nel quale annuncia il “patto del pescestocco“. “Io non corro per la regione e lei non sarà candidata sindaco di Messina”, in sintesi è quello che comunica il primo cittadino. Un post-bluff o c’è qualcosa di vero? Sorprende che la deputata si presti ai “giochetti politici” di Cateno De Luca, ma in una città come Messina ci può stare anche questo.

Una componente importante per il possibile cambio di strategia è rappresentato dal raddoppio delle indennità degli amministratori. Provvedimento varato dal governo-Draghi con la “complicità” del M5S. Giusto per la cronaca, una norma che è passata inosservata per via dell’emergenza pandemica e che entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio.

Intanto, qualcuno sostiene che De Luca stia maturando qualche idea bizzarra grazie a Forza Italia che gli regge il gioco politico. Può starci, ma è logico attendersi che la coalizione di centro-destra non lascerà il pallino del gioco nelle mani di Gianfranco Miccichè.

Tornando a De Luca, non è escluso a questo punto un cambio di strategia: niente dimissioni e accordo con il centro-destra (sponda Forza Italia), per ritagliarsi un posticino alle prossime politiche. Ciò comporterebbe l’incondizionato accordo per la presidenza della Regione, magari ottenendo una poltrona da assessore per il “fidoLo Giudice e uno scranno da conquistare all’Ars in un partinino di centro.

Fantapolitica? Può essere, ma con i personaggi che albergano nell’agone della politica siciliana è lecito attendersi di tutto.

Fatto sta che i consiglieri comunali, i quali avrebbero dovuto sfiduciare il sindaco entro fine anno, possono dormire sonni tranquilli. E pensare all’indennità doppia…

Davide Gambale

Redazione

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