L’appuntamento è fissato per lunedì 10 gennaio 2022, giorno in cui i giudici del Tribunale di Messina emetteranno la sentenza per il cosiddetto processo “Fenapi“. L’inchiesta che all’indomani dell’elezione a deputato regionale un nuovo inizio di guai giudiziari per Cateno De Luca, con l’accusa di avere evaso tasse milionarie nell’ambito di una gestione “ballerina” dell’Ente creato dal caudillo di Fiumedinisi.
Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci, perché anche in caso di condanna De Luca potrà continuare a fare il sindaco dal momento che per questo genere di reato non interviene la legge-Severino.
Il pubblico ministero ha richiesto una condanna a tre anni, i giudici potrebbero assolvere il principale imputato, potrebbero confermare la richiesta della pubblica accusa, ma potrebbero anche aumentarla. Il 10 mattina lo sapremo. Fatto sta che il sindaco, al di là della sua manifesta tranquillità, è decisamente preoccupato.
Una condanna, infatti, lo azzopperebbe da un punto di vista politico. Dovrebbe intanto modificare la sua dialettica politica, densa di accuse e insulti nei confronti dei malfattori della politica. Come potrebbe insultare “ladri” quelli che c’erano prima se poi egli stesso, sempre in caso di condanna, entrerebbe a fare parte di quell’ignobile categoria?
Una condanna segnerebbe la sua carriera politica, perché risulterebbe iscritto nel “club” degli impresentabili. Quale partito o coalizione si imbarcherebbe un impresentabile? Anche se c’è da dire che il nostro ordinamento giuridico prevede tre gradi di giudizio e qui siamo solo al primo.
In caso di condanna con quale faccia Cateno De Luca si presenterebbe al cospetto del suo elettorato richiedendo piena fiducia? Volendo ricorrere ad una metafora, è come se Drakula si presentasse all’Avis per una donazione di sangue.
Insomma, motivi per non stare tranquillo l’arringatore volgare delle piazza ne ha tanti. E lo dimostra il fatto che per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica utilizza i Social come mezzi di distrazione di massa, proponendo tematiche che oggi “tirano”.
Accuse al Consiglio comunale, reo di avere approvato il Bilancio consuntivo (non consultivo, vero colleghi?); oppure propagandare la chiusura delle scuole dopo che lo stesso De Luca aveva difeso a denti stretti i concerti di piazza.
Davide Gambale
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Il CONSULTIVO si può fare solo dopo aver verificato che non ci siano stati ASSEMBLAMENTI!
Ehm.... Scusate..
appunto...