Sito potenzialmente contaminato. Questi i risultati delle analisi, completate lo scorso 15 dicembre, relative alla realizzazione del Piano di caratterizzazione ambientale finalizzato alla bonifica delle aree della Zona Falcata, interessando un’area con estensione spaziale di circa 17 ettari racchiusa in un perimetro di circa 2.200 m e l’antistante zona marina.
Quest’ultima indagine, secondo le procedure previste dalla normativa specifica di settore, segue quella preliminare condotta nel 2018 da parte della Università di Messina che, sulla scorta dei risultati delle analisi sui campioni prelevati in 5 sondaggi sull’intera area a terra e della ricostruzione storica degli insediamenti produttivi nell’area, aveva poi predisposto il Piano di Caratterizzazione approvato dalla Regione Siciliana nel 2020.
L’indagine attuale è stata condotta sempre sulla stessa area ma in maniera molto più diffusa e puntuale. Nella zona marina sono stati infatti identificati 5 transetti perpendicolari alla linea di costa, estesi per 20 metri dalla battigia, nei quali sono stati prelevati un totale di 30 campioni di sedimenti marini superficiali sui quali sono state eseguite mirate attività analitiche per la valutazione della contaminazione chimica ed ecotossicologica.
A terra invece sono stati effettuati ben 40 sondaggi di tipo ambientale a carotaggio continuo, al fine di indagare uno spessore significativo del sottosuolo, predisposti su un reticolo di maglia 65m x 65m che, sovrapposto al sito oggetto di indagine, ha permesso una copertura totale dell’intero territorio indagato.
Da una prima lettura dei risultati delle analisi si evidenzia purtroppo una contaminazione estesa sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista della natura chimica dei contaminanti, confermando di fatto le risultanze degli studi preliminari condotti dall’Università di Messina e che hanno portato alla redazione del Piano di Caratterizzazione e quindi alla campagna di indagine da poco conclusa. È accertato pertanto che l’area oggetto di indagine è un “sito potenzialmente contaminato”, secondo la definizione dell’art. 240, comma d del D.Lgs.152/20061.
Il Presidente Mario Mega ha così commentato la conclusione di questa fase di attività: “Con la consegna dei risultati delle indagini in campo condotte in maniera diffusa sull’area della Zona Falcata vengono purtroppo confermate le previsioni già fatte negli anni scorsi dall’Università di Messina e ci consegnano la fotografia di un’area che ha livelli potenziali di contaminazione molto alti. Ora occorre valutare le analisi di rischio alla luce della destinazione finale delle aree che da nuovo Piano regolatore del porto non saranno più industriali e pertanto necessiteranno ancora di maggiori attenzioni.
“Continuerà il nostro impegno nei prossimi mesi per portare a completamento la complessa procedura amministrativa avviata e siamo certi che la Regione Siciliana, alla luce degli impegni reciproci assunti direttamente con il Presidente Musumeci, ci aiuterà a raggiungere in tempi brevissimi questo obiettivo consentendoci la predisposizione del progetto delle bonifiche che rimane lo strumento indispensabile per avviare la ricerca degli ingenti finanziamenti necessari per restituire quella parte di città agli usi urbani. Nel frattempo, come previsto nel POT, avvieremo uno studio di fattibilità per valutare le possibili ipotesi di utilizzo delle aree”.