L’ultimo atto che ha compiuto prima che le sue dimissioni diventassero efficaci è stata la sospensione del dirigente Francesco Ajello. Un atto non dovuto le cui ripercussioni sono devastanti per la città di Messina.
Ajello, qualora non fosse stato sospeso, sarebbe stato l’unico dirigente deputato a firmare i TSO (Trattamento sanitario obbligato), perchè dirigente alla Polizia municipale, e soprattutto perché unico soggetto abilitato ad apporre la propria firma agli atti riguardanti il trattamento di soggetti con problemi pschiatrici.
Messina, non avendo più un sindaco, un direttore generale e i relativi assessori della giunta municipale, e mancando il dirigente perchè sospeso, si trova in una situazione paradossale. Quella di De Luca è stata un’autentica cattiveria, che poteva benissimo risparmiarsi tenuto conto dell’importanza di una figura apicale come quella del dirigente alla Polizia municipale.
La situazione di assoluta emergenza nella quale è sprofondata la città è contenuta nel grido di dolore del segretario generale che ieri a tarda ora ha diramato alla stampa un appello affinché la Regione provveda al più presto alla nomina di un commissario ad acta, dal momento che le strutture sanitarie hanno fatto pervenire al Comune alcune istanze per trattare dei soggetti con problemi psichiatrici.
Quella della sospensione di Ajello, il dirigente umiliato a mezzo Fb da De Luca, è stata un’autentica cattiveria nei confronti di una città “mascariata”, per dirla con lo “Sciamano del Nisi”, da un soggetto che ha usato la città per le sue mire politiche.
E poi va a pregare Gesù, Maria e tutti i santi del cielo…