Anche la sezione messinese della Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP) esprime solidarietà al popolo ucraino, dopo che ieri è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che potrebbe dar luogo al più grande conflitto in Europa dai tempi del secondo dopoguerra.
Secondo il docente universitario Antonio Matasso, esponente della FIAP, “il nostro sodalizio, che porta avanti la tradizione antifascista propria di socialisti e socialdemocratici, azionisti, repubblicani e liberali di sinistra, rifiuta l’idea di un’ipocrita equivicinanza e pertanto sta da una parte sola: quella della giovane democrazia ucraina soverchiata dal regime russo. Ci associamo a tutti coloro i quali operano per la pace, consapevoli che i popoli di Russia e Ucraina saranno anche stati fratelli in passato, ma che oggi è tutto il popolo ucraino a rischiare di far la fine del fratello Abele. Siamo pacifisti, a sostegno di Kiev senza se e senza ma”.
Nel giugno del 2019 Matasso, a nome della FIAP, aveva segnalato l’inopportunità di ospitare presso l’università di Messina il filosofo russo Aleksandr Dugin, inquietante teorico del neo-eurasiatismo, cioè della costruzione di un blocco politico e strategico imperniato sulla Russia, in aperta antitesi ai valori dell’Occidente democratico e liberale. Alla fine, l’ateneo peloritano revocò la concessione dei suoi locali e il controverso intellettuale moscovita, noto anche per aver espresso posizioni antisioniste spesso indistinguibili da quelle antisemite, non partecipò ad alcun incontro nella città dello Stretto.
“Molti si accorgono solo ora di quanto sia canaglia il regime russo: io posso umilmente rivendicare – puntualizza Matasso – di aver percepito per tempo la pericolosità delle visioni di Dugin, la cui cosiddetta “quarta teoria politica” funge da collante illiberale per quel coacervo di neo-zarismo e neo-sovietismo che sta alla base della follia imperialista di Putin. Bisognerebbe farlo presente a quei pochi e poveri gonzi che allora parlarono a vanvera di censura, di intolleranza o di minaccia alla libertà, intonando peana al nazionalbolscevismo duginiano, per sconfinare, talvolta, nella palese apologia di fascismo (del resto, Dugin si richiama apertamente al filosofo razzista e fascista italiano Julius Evola).
“Ma soprattutto vorrei chiederne conto a quella destra sovranista e populista che, dopo anni di pseudo-atlantismo a prova di bomba, ha finora cercato riparo nei pressi del mausoleo di Lenin, sulla piazza Rossa”. L’esponente della FIAP ha anche espresso una netta condanna verso le dichiarazioni dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, le cui parole concilianti verso Mosca, pronunciate nelle ore in cui era già in corso l’invasione dell’Ucraina, vengono bollate come “scempiaggini di un politico fallito e a libro paga del Cremlino, indegno di esser definito socialista e socialdemocratico”. La presa di posizione mira a chiedere severissime sanzioni non solo contro la Federazione Russa, ma anche contro la dittatura bielorussa, complice dell’aggressione all’Ucraina.