Il nervosismo di Cateno De Luca

Trapela un po’ di nervosismo dalle ultime dirette di Cateno De Luca. La sicumera manifestata nei giorni scorsi a proposito delle elezioni amministrative che, a suo dire, si dovrebbero tenere a fine maggio prossimo, ha lasciato il passo alla consapevolezza che l’appuntamento elettorale possa essere rinviato forse al prossimo autunno.

Il referendum per l’istituzione del nuovo comune Monte-Mare, tanto osteggiato da Cateno De Luca, pende come una spada di Damocle proprio sul capo dell’ex sindaco. Se verrà, come sembra, indetto il referendum popolare richiesto legittimamente da un Comitato di cittadini che ha deciso di proporre l’istituzione del nuovo Comune che raccoglie il villaggi collinari e quelli del versante tirrenico, addio alle amministrative di maggio.

L’appuntamento elettorale slitterà di alcuni mesi e non è detto che possa tenersi in concomitanza con le regionali: ciò determinerebbe un ulteriore slittamento alla primavera del 2023, dal momento che dovrebbe intervenire una legge regionale per consentire la votazione anche a Messina.

Insomma, come annunciato da tempo dal nostro giornale, non è detto che si possa andare al voto a maggio. Se così fosse, a causa di una scellerata decisione di De Luca, la città di Messina rimarrà a lungo senza una guida politica. Condannata, quindi, ad una gestione commissariale che potrà solo occuparsi dell’ordinaria amministrazione.

Questo Cateno De Luca lo ha compreso perfettamente e, per non essere travolto dalle polemiche, sta tentando di ribaltare il problema sulla politica regionale, come se vi fosse un disegno preordinato per impedire che Messina possa andare al voto. Nulla di tutto questo. Quello del referendum è un diritto costituzionale che nessuno può negare. Quindi, prima la consultazione elettorale e poi le votazioni, dal momento che in caso di accoglimento della proposta, il corpo elettorale subirà una modifica che porterà alla riduzione del numero dei cittadini e di conseguenza dei consiglieri comunali.

Il fattore tempo è un elemento del quale lo stesso De Luca non può non tenerne conto: la città, infatti, si sta raffreddando e lo dimostra la timidezza con la quale i messinesi stanno rispondendo alla candidatura di Federico Basile, il soggetto sul quale è ricaduta la scelta di De Luca per la corsa alla poltrona di primo cittadino. Se a questo si aggiunge l’azzeramento dei Cda delle Partecipate, ecco spiegato il motivo del nervosismo dell’ex sindaco che sta vedendo franare il suo consenso politico in una città che ha scoperto di essere stata solo una riserva di caccia per un “forestiero” che sembra abbia utilizzato Messina per le sue ambizioni strettamente personali. Non vi sarebbe altra spiegazione, rispetto a delle sciagurate dimissioni, rassegnate in tempo utile per concorrere alla corsa per la presidenza della Regione.

Davide Gambale

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