E sono tre. Ieri, dopo l’Atm e l’Amam, anche la MessinaServiziBeneComune avrà un consiglio di amministrazione composto da un solo elemento. Come previsto dalla legge Madia, al fine di ridurre i costi della pubblica amministrazione.
Il Consiglio comunale ha fatto quello che l’ex sindaco De Luca avrebbe voluto fare: ovvero impedire che le Partecipate fossero degli autentici bancomat della politica (parole sue), o se volete degli stipendifici. Prova ne sia che la Patrimoni Spa, società creata dallo “Sciamano del Nisi”, in tre anni di vita è servita – stando a quanto sostenuto dall’aula consiliare – per pagare le spettanze ai componenti del Cda. La Partecipata, infatti, non ha proceduta alla vendita di un solo immobile comunale.
Il Consiglio, in maniera compatta, fatti salvi i consiglieri convertiti al “credo deluchiano”, ha deciso di tagliare i Cda delle società a partecipazione comunale e adesso il passaggio successivo spetta al commissario, Leonardo Santoro, che dovrà disarcionare i colonnelli di Cateno De Luca.
Gli stessi che rimangono in sella e che non intendono dimettersi, sebbene di fatto il Consiglio li abbia sfiduciati, perché possono “controllare” il consenso politico in vista delle elezioni amministrative.