La guardia di finanza di Torino ha dato esecuzione a 33 misure cautelari nei confronti di altrettante persone indiziate di appartenere a 3 associazioni per delinquere finalizzate al traffico illecito di rifiuti metallicie all’emissione ed utilizzo di documenti attestanti operazioni inesistenti. L’operazione denominata ‘Ferromat’ prevede anche 50 perquisizioni e il sequestro preventivo di 8 società operanti nel settore del commercio di rottami metallicie di beni per oltre 270 milioni di euro, tra cui disponibilità finanziarie, immobili, veicoli e quote societarie. L’attività ha preso il via dal sequestro, effettuato da un’altra forza di Polizia in occasione di un controllo su strada nel febbraio 2018, di denaro contante a carico di 2 soggetti di nazionalità italiana, uno dei quali titolare di una ditta individuale operante nel settore del commercio dei rottami. Le successive indagini hanno permesso di acquisire elementi gravemente indizianti, nell’ipotesi accusatoria, dell’esistenza dei gruppi criminali, attivi fin dal 2015 e tuttora operanti, anche all’estero.
Seguendo i soldi gli inquirenti della Procura di Torino hanno capito che si era di fronte a dei gruppi criminali, attivi fin dal 2015 e tuttora operanti, anche all’estero. Gli investigatori ricordano che secondo le norme comunitarie, affinché i rottami metallici non siano qualificabili come “rifiuto”, il produttore deve redigere e trasmettere ad ogni cessione una “dichiarazione di conformità”, al fine di consentire, in ogni momento, l’individuazione dell ‘origine del rottame e, dunque, la tracciabilità dello stesso. Nell’ipotesi dell’accusa, gli indagati possono essere predisposti documentazione fiscale e falsa amministrativa al solo scopo di “regolarizzare” ingenti quantitativi di rifiuti destinati a società di capitali “utilizzatrici”, con sede in Piemonte e Lombardia. In particolare, sarebbe stata occultata la reale provenienza dei rifiuti (e quindi, la corretta tracciabilità della filiera di produzione, di recupero e smaltimento degli stessi), per il tramite di società “filtro” e/o ditte individuali “cartiere” (situate anche in Germania) e con il supporto di una fitta rete di soggetti “prestanome”. Il blitz di oggi vede coinvolti circa 300 militari di 21 diversi reparti delle Fiamme fialle nelle regioni Piemonte (provincie di Torino, Alessandria e Cuneo), Lombardia (provincie di Milano, Bergamo e Monza-Brianza), Liguria (provincia di Savona), Friuli Venezia Giulia (provincia di Udine), Toscana (provincia di Pisa), Campania (provincia di Benevento), e Messina.