Immaginate se gli avversari politici di Cateno De Luca avessero candidato dei neoassunti nelle Società controllate dal Comune. Cosa sarebbe successo? Avrebbe giustamente gridato allo scandalo, profilando l’ipotesi di voto di scambio. Ne siamo assolutamente certi. Ed avrebbe avuto ragione lo “Sciamano del Nisi”, il quale non avrebbe esitato a parlare di sistema politico-mafioso.
Ma qui le cose, però, stanno esattamente all’opposto. A candidare un plotoncino di neoassunti non sono stati gli avversari politici di Cateno De Luca, ma è stato lo stesso Cateno De Luca.
Ci sono due profili sui quali si può discutere: uno etico, l’altro riguardante un aspetto giudiziario.
L’ex sindaco è uno straordinario imbonitore dei Social e sfruttando le sue abilità è bravissimo a fare passare per buone le sue “azioni politiche” – spesso ardite –, mentre è bravissimo a fare passare le medesime cose “cattive” se le fanno gli altri. Non entriamo nel merito dell’aspetto giudiziario perché è compito della magistratura verificare se vi siano dei profili di illegittimità, ma sul piano etico-politico c’è molto da dire.
Lo “Sciamano del Nisi” sta comprendendo benissimo che l’impresa di riconquistare Messina si fa sempre più ardua, anche perché la città storicamente non ha mai ridato fiducia all’amministrazione uscente. L’ultimo ad essere silurato è stato l’ex sindaco Renato Accorinti, eletto a furor di popolo e ricacciato dopo cinque anni nell’oblio.
Ma torniamo alle liste di Cateno De Luca infarcite di “soggetti” che, nei confronti dell’ex sindaco, hanno qualche debito di riconoscenza da saldare, perché grazie a De Luca si sono fatte le assunzioni. Scorrendo i nomi delle liste, si trovano parecchi individui freschi di assunzione all’Atm e alla Messina Social City, le due Partecipate nelle quali il “buon” De Luca con i suoi bracci operativi è stato abilissimo a creare consensi.
Il caso limite è rappresentato dalla Società che si occupa dei Servizi sociali, con la lista della sindacalista Clara Crocè, la quale si è messa capo di un “drappello” di candidati che prestano i propri servigi alla Social City. Posto che i codici di condotta dei sindacati prevedono l’incompatibilità fra le cariche sindacali e l’impegno nelle organizzazioni politiche (la Crocè non sembra avere congelato la sua carica nella sigla sindacale), c’è da dire che si tratta di una lista che potrebbe essere rinominata “Lista della Messina Social City” e non “Lista dei Lavoratori”.
Altro caso al limite della decenza politica è rappresentato dalla “Lista Mai più Baracche”, con De Luca che sembra abbia negoziato il “bisogno” – è chiaro ed evidente – di gente disperata che finalmente (grazie ad una legge speciale) ha avuto un alloggio. I candidati sono persone che hanno sentito il bisogno irrefrenabile di ringraziare il sindaco uscente conferendo il proprio appoggio politico. E se l’avessero fatto altri? De Luca avrebbe chiesto giustamente l’intervento della magistratura.
Ma a De Luca è consentito tutto?
Davide Gambale