Il comitato No Montemare ha commentato la decisione del suo comitato avversario, il comitato Promotore Montemare Comune, di depositare al TAR di Catania un ricorso (qui il documento integrale) contro l’indizione del referendum sull’istituzione del comune di Montemare il 12 giugno, in corrispondenza di altri appuntamenti elettorali (elezioni amministrative e referendum sulla giustizia). Il TAR si pronuncerà sulla richiesta di sospensiva del voto referendario il 25 maggio.
Il ricorso. In breve, al netto degli aspetti tecnici, per il comitato favorevole a Montemare il fatto che i cittadini siano chiamati a esprimere contemporaneamente diverse preferenze su diversi argomenti rappresenta una “mortificazione della consultazione referendaria che fa seguito ad un’istruttoria durata 13 anni”.
Dal canto suo, il comitato No Montemare vede in quello del suo comitato avversario un tentativo di far sì che vadano a votare meno persone possibili, e in particolare i messinesi che non risiedono nella zona interessata dall’eventuale comune di Montemare, cioè quella frazione di messinesi verosimilmente meno interessata ad andare a votare per esprimere una preferenza.
A supporto di questa tesi, i contrari a Montemare ricordano che il referendum viaggia su due quorum paralleli, metà + 1 degli elettori che risiedono nell’area di Montemare (circa 3500 messinesi) e metà + 1 degli elettori restanti (circa 110 mila messinesi), e che è sufficiente raggiungere una delle due soglie affinché il referendum sia ritenuto valido. In altre parole, sarebbe sufficiente raggiungere il primo quorum, e dunque che votino più 3500 persone, per decidere le sorti di un intero comune che conta quasi 240 mila abitanti.
“Sarebbe più corretto e democratico per il Comitato promotore il meccanismo del doppio quorum in cui l’1,5% della popolazione potrebbe decidere per il distacco di 1/3 di Messina? Sarebbe più democratica la difficoltà di portare al voto più di 110.000 persone (quorum a Messina città), rispetto al portarne 3.500 (quorum area Montemare)? – si chiede il comitato No Montemare – Ma, d’altronde, il Comitato promotore è lo stesso che, nel 2012, aveva addirittura chiesto che i residenti a Messina non votassero.
“No, non è democratico continuare ad attaccare la partecipazione, quella partecipazione che è voce dei cittadini, quella partecipazione che è attivismo, quella partecipazione ed espressione democratica fatta di idee e contenuti, quella partecipazione a cui noi crediamo e che evidentemente cozza con chi voleva mantenere “Montemare” un progetto confinato a qualche villaggio coinvolto, quanto bastava per assicurarsi una poltrona come rendita.
“Ad ulteriore testimonianza della malafede di questo ricorso, fatto con l’unico intento di attentare all’espressione della cittadinanza per mera convenienza, nel ricorso medesimo il Comitato promotore scrive che sarebbero anche ben disposti ad accettare un accorpamento con le elezioni regionali. Insomma, il problema sono le Comunali, il voto dei cittadini e l’incapacità, a quanto pare, da parte del Comitato promotore di convincere le persone della bontà di un progetto che, per noi, fa acqua da tutte le parti (e lo abbiamo sinora dimostrato a suon di numeri e dati e non già di ricorsi, false promesse ed insulti)”.