Quasi due anni fa la Procura di Barcellona disponeva il sequestro preventivo dell’area dei fanghi dell’isola di Vulcano. C’è un’inchiesta in corso, il corposo fascicolo con i nomi di indagati eccellenti giace sul tavolo del magistrato, e da allora non s’è saputo più nulla.
L’area è off-limits per i turisti che giungono sull’isola e per gli operatori turistici il danno comincia a farsi consistente. Manca una delle attrattive più importanti a cui si aggiunge quest’anno l’impossibilità di scalare il vulcano dopo l’emergenza per via delle emissioni gassose.
Non è mai stato chiarito se la zona sia privata o data in concessione. Alla base del provvedimento vi sarebbe la realizzazione di una barriera sul promontorio che conduce alle cosiddette acque calde. Una spiaggia impossibile da raggiungere per un bagnante a meno che non sia disposto a pagare l’ingresso. Le barriere poste a protezione del costone impediscono di raggiungere la piccola spiaggia anche se il bagnante può optare di avventurarsi via mare con i rischi connessi. La zona è stata delimitata con i nastri ed è inaccessibile.
A quanto pare i lavori di realizzazione di una “grande muraglia” che impedisce anche di scorgere il mare, sarebbero alla base dell’intervento poderoso di oggi.