Gli imprenditori incontrano i candidati sindaco: “Vogliamo investire a Messina, ma dovete consentircelo”

Sinergie tra imprese e amministrazione. È questo, in sintesi, l’appello lanciato questa mattina dalla classe imprenditoriale messinese al futuro sindaco metropolitano. Il messaggio è stato inviato in occasione di un apposito incontro che si è tenuto nel Salone della Borsa della Camera di Commercio, al quale hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di Sicindustria e Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Messina, Pietro Franza e Giuseppe Ricciardello, oltre che i candidati sindaco Federico Basile, Maurizio Croce, Franco De Domenico (in streaming in quanto ha contratto il coronavirus), Gino Sturniolo e Salvatore Totaro.

“Cari candidati sindaci, – ha esordito Pietro Franza – solo le imprese di Sicindustria impiegano nel territorio metropolitano 7.500 addetti, fatturando 2,5 miliardi di euro. Vogliamo investire in questa città, vogliamo creare ricchezza assieme a voi. Possiamo sederci assieme per migliorare il funzionamento degli uffici comunali, con i quali ci confrontiamo ogni giorno con grande fatica.

“La ricetta che vi diamo è disegnare la città con gli stakeholder, garantire la continuità amministrativa, realizzare nuovi investimenti su diverse aree del territorio in sinergia tra pubblico e privato, allineare i percorsi formativi di scuole e università con le reali esigenze del mercato del lavoro, oltre che sistemare e ottimizzare le aree industriali e sviluppare nuove Zone Economiche Speciali (ZES).

“Dovete riappropriarvi dell’indirizzo politico di alcune aree, come il water front: il comune di Messina deve spiegare cosa fare di quell’area. Bisogna poi lavorare sul trasporto pubblico locale e integrarlo con altri servizi analoghi. Il mercato del lavoro ci offre una situazione incredibile: tutte le imprese di Sicindustria vorrebbero occupare persone specializzate, ma non se ne trovano. Per questo bisogna lavorare su scuola e università per offrire percorsi formativi in linea con le esigenze delle imprese. Sul fronte ZES, a breve presenteremo le ZES di Messina. Sono un’opportunità clamorosa, a patto che noi – aziende e comune – sistemiamo le aree industriali”.

“Come costruttori chiediamo molto al sindaco che sarà eletto. – ha dichiarato Ricciardello – Chiediamo molto perché ci troviamo davanti a un territorio devastato. Con il PNRR arriveranno a Messina circa 500 milioni di euro. Ma senza un ufficio di progettazione, operativo in tutto il territorio provinciale, rischiamo di perdere questi finanziamenti. Il sindaco eletto dovrà anche muovere una discussione attorno al Ponte dello Stretto, facendo notare che non realizzare il Ponte costa di più di realizzarlo. Basti pensare ai soldi buttati in studi e ricerche per realizzarlo e penali per la mancata realizzazione: parliamo di oltre un miliardo di euro. Altro aspetto fondamentale è la formazione del dipendente pubblico: se il funzionario comunale non è formato rischia di non essere in grado di svolgere compiti più complessi. L’appello che faccio a voi candidati sindaco è di cambiare mentalità.

Sono intervenuti poi altri esponenti del mondo imprenditoriale della città. “Facciamo delle domande a cui chiediamo delle risposte. – ha commentato Giuseppe Lupò, vicepresidente di Ance Messina – Come affronterete il PNRR? Siamo molto preoccupati al riguardo: gli uffici sono sguarniti. Non sappiamo come verranno realizzati i progetti da finanziare con mezzo miliardo di euro. Come definirete il piano regolatore generale (prg)? È essenziale per far partire l’economia, anche perché il prg della città include quello del porto.

“Altro aspetto fondamentale per la città è la rigenerazione urbana: progetti come quello di Montemare sono sorti perché non è stata riposta adeguata attenzione sulle periferie. Bisogna poi proseguire con lo sbaraccamento. Però dovete spiegarmi come andrete a costruire le nuove case. Se non edificate bene, rischiamo di creare abitazioni che tra qualche anno diverranno le nuove baracche. Altro punto cruciale sono le opere pubbliche: sappiamo quando iniziano, ma non quando finiscono. Pensate alla prima carreggiata Messina-Villafranca, iniziata nel 2017 e finita solo nel 2022. Discorso simile per la via Don Blasco, i cui lavori avrebbero dovuto terminare in due anni. Dobbiamo poi capire se restituire la Fiera alla città, eliminando le brutture attualmente presenti per trasformarlo in nuova fonte di ricchezza. Del Palazzo di Giustizia e l’ospedale Margherita ne sentiamo parlare da decenni, ma nessuna decisione è stata ancora presa. Altro punto è l’erosione delle coste, da Giampilieri a Orto Liuzzo. Infine, noi imprenditori abbiamo grandi difficoltà per accedere al credito delle banche: il prossimo sindaco dovrà farsi carico di questo problema”.

“Abbiamo investimenti in tre aziende dal valore di centinaia di milioni che attualmente sono bloccati. – ha dichiarato Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio – Bisogna coordinare un’azione tra imprese e pubblico. Abbiamo la cattiva abitudine a lavorare per compartimenti stagni senza dialogare”.

“Chiediamo a voi di avere una visione prospettica diversa dal passato. – ha esordito Farilla Francesco, manager settore energia di A2A – Dovete vedere il territorio metropolitano come una grande impresa. Nel prossimo quinquennio sono previsti circa un miliardo di investimenti. Bisogna trasformare le parole in fatti: vogliamo da voi pianificazione e programmazione, perché le imprese hanno bisogno di tempi certi. Dobbiamo lavorare insieme, per realizzare opere comuni. A Nord non c’è più spazio per investire, si può investire al Sud, ma dovete darcene la possibilità: ci sono investimenti del valore di milioni di euro bloccati per problemi burocratici, rischiando pertanto di andare in altre regioni”. “Sul turismo non c’è mai stata una cabina di regia organizzata. In genere le amministrazioni presentano decisioni già prese senza interpellare chi è sul campo”, ha lamentato Nazzareno Foti di Confindustria.

“Il 23,5% di giovani tra 18 e 24 lascia gli studi. Meno di una persona su 5 possiede una laurea. Messina si posiziona tra i primi posti in termini di Neet, cioè di giovani che non studiano né lavorano. – ha commentato Claudia Brudetto, componente del consiglio direttivo di Sicindustria Giovani – Al contempo, le aziende cercano risorse qualificate senza trovarle. Bisogna realizzare percorsi formativi più in linea con le esigenze delle imprese. Se ci si focalizza sulle quote rosa, i dati non sono rincuoranti. Ancora esiste un forte gap tra lavoratore uomo e lavoratore donna. Questo gap, attualmente, verrà azzerato solo tra 51 anni. La situazione non migliora ponendo l’attenzione sull’imprenditore uomo e l’imprenditore donna. In tal senso, si chiedono servizi e strutture che consentano alle donne di essere presenti ed affermarsi nel mondo del lavoro.

A chiudere i lavori degli industriali è stato Davide Blandina, presidente dei giovani imprenditori di Sicindustria Messina: “Questa amministrazione sarà decisiva per le future generazioni. Il PNRR sta stanziando più fondi del piano Marshall del secondo dopoguerra. Abbiamo bisogno di strutture per la città che consentano lo sviluppo in tutte le filiere. Burocrazia e trasparenza deve essere digitalizzata. Va ridotto il tempo che imprenditori trascorrono lontani dalle loro aziende per presenziare nei tavoli istituzionali. La cristallizzazione dell’apparato burocratico è una cosa che ci fa andare via per necessità”.

Sono poi intervenuti i candidati sindaco per dare delle risposte alle domande della classe imprenditoriale messinese: “Ho sentito più volte dirvi ‘noi ci siamo’. – ha dichiarato Federico Basile di Sicilia Vera – E io recepisco il vostro appello, perché vi state mettendo a disposizione di un ente che dovrebbe essere il primo a chiedere il vostro aiuto. La continuità amministrativa è un aspetto fondamentale, perché smantellare tutto quello che è stato iniziato in precedenza implica il dover ripartire da zero. Mettere le imprese nelle condizioni di poter investire significa anche mettere i giovani nelle condizioni di investire o no, di rimanere o meno. E questo è possibile solo se ci sono le condizioni amministrative e culturali.

“Se questa città ha avuto la capacità di attrarre finanziamenti è perché ha creato in questi anni un parco progetti importante. Se prima non ci presentavamo in occasione della presentazione dei progetti, adesso lo abbiamo fatto. Rilanciare insieme l’economia non è possibile ma necessario. L’affaccio al mare è una parte di futuro. Dobbiamo ragionarci assieme, serve però la concretezza di voi imprenditori, oltre che il rinnovamento della macchina amministrativa. L’ufficio progettazioni potrebbe essere un’idea. Altresì importante è lo snellimento delle procedure burocratiche. Se ci mettiamo del nostro, un’opportunità come il PNRR potrebbe diventare la soluzione”.

È stata poi la volta del candidato del centro destra, Maurizio Croce: “Per raggiungere gli obiettivi veri o si rema tutti nella stessa direzione o sarà difficile raggiungerli. Il sindaco ha la responsabilità di stabilire qual è la visione strategica della città. Ha l’onere di indicare la rotta da seguire, e non può farlo da solo. Deve confrontarsi con i vari portatori di interessi, dagli imprenditori agli ordini professionali. Di fronte a una pandemia che ha devastato anche l’economia di Messina, il PNRR è un modo di rilanciarla, posto che vengano rispettati alcuni obblighi. In particolare, dobbiamo essere efficienti ed efficaci, perché abbiamo delle scadenze da rispettare. E questo è opportuno che ci vengano date, perché siamo spinti ad agire. Per fare questo, la macchina dell’amministrazione comunale, non solo messinese, non funziona in maniera adeguata. Nessuna macchina amministrativa è in grado di spendere così tante risorse nell’arco di pochi anni. Per questo la nomina di commissari per garantire la realizzazione dei progetti rappresenta il fallimento dell’amministrazione pubblica.

“È indubbio che la zona industriale di Milazzo sia stata vista come una zavorra ambientale. La Sicilia è il terzo polo petrolchimico in Europa. È non è bello per un’isola che dovrebbe essere basata sul turismo. Però, a livello regionale, si è avviato un processo di riconversione, per trasformare questa zavorra ambientale in un trampolino di lancio per la riconversione green.

“La zona Falcata deve essere bonificata prima ancora di essere riqualificata. E in tal senso vanno intercettati i fondi, oltre che usare strumenti quali il piano regolatore portuale. Sul capitolo Fiera, va demolito tutto in modo da restituirci un bellissimo affaccio al mare alla città. Immagino un acquario sotterraneo: si tratta di un qualcosa di originale, realizzabile (esistono degli studi di fattibilità), oltre che in grado di attrarre persone. Bisogna poi aprire un confronto con l’autorità di sistema portuale, anche per ottenere uno snellimento delle procedure burocratiche. Ma questo confronto è possibile nel momento in cui anche il sindaco capisce che le politiche da attuare non sono solo politiche della città, ma dello Stretto. Abbiamo poi il ponte dello Stretto da fare, non tanto per superare il problema del pendolarismo, ma perché siamo la porta d’Europa nel Mediterraneo, e dunque potremmo essere in grado di attrarre merci, oltre che turismo.

In collegamento streaming è poi intervenuto il candidato del centro sinistra Franco De Domenico: “C’è un tratto comune negli interventi precedenti: la voglia di dialogo. Se si vuole immaginare lo sviluppo della città bisogna dialogare con tutte le forze produttive presenti in essa. Abbiamo privati che vogliono investire somme ingenti in città, come nel caso di A2A, ai quali dovremmo stendere un tappeto, e invece alziamo muri. Il comune ha poi bisogno di una ristrutturazione della struttura organizzativa, in quanto i migliori tecnici se ne sono dovuti andare perché non avevano indicazioni chiare da parte dell’amministrazione comunale.

“Altre due parole chiave sono progettualità e formazione. Sul fronte progettualità, è chiaro che il PNRR ha cambiato la prospettiva di questa amministrazione. Qui si gioca una fetta dello sviluppo della nostra città. Bisogna essere pronti a cogliere le opportunità finanziare del PNRR. Poi c’è il capitolo formazione. Essa non può essere scollata dalle necessità delle imprese. Il comune ha un ruolo cruciale in questo contesto. La formazione riguarda anche quella dei dipendenti comunali, che diventa cruciale nel momento in cui bisogna gestire le ingenti risorse del PNRR. Altro punto importante è il partenariato tra pubblico e privato: il pubblico ha bisogno del privato e il privato ha bisogno del pubblico. Oggi l’imprenditore va dove trova le condizioni migliori, il sindaco deve creare un territorio attraente e accogliente, tramite apposite infrastrutture e servizi. Non possiamo però immaginare che l’economia di Messina sia solo l’economia del turismo, un’economia del mare. Dobbiamo anche considerare le attività di trasformazione, quelle manifatturiere, caratterizzate da un’intensità lavorativa notevole. Attività in grado di dare risposte dal punto di vista lavorativo. Relativamente all’erosione costiera, ho aggiunto nella mia giunta il professor Randazzo, il massimo esperto su questo tema a Messina. Il dialogo non va fermato mai, questa città negli ultimi anni ha sofferto un isolamento. Bisogna valorizzare il territorio, dialogare con le imprese e attrarle”.

“Messina è in una condizione di predissesto. – ha dichiarato Sturniolo di Messina in Comune – In queste condizioni non è possibile dare risposte, come costruire infrastrutture, servizi e snellire la burocrazia. Le stesse risorse del PNRR rischiano di essere impiegate per coprire l’ordinario. Per questo il problema del bilancio del comune di Messina è fondamentale, e in tal senso abbiamo chiesto agli altri candidati sindaco di aprire una vertenza contro il governo nazionale per eliminare la condizione di dissesto del comune.

“L’abbattimento del teatro in Fiera ci ha aperto la vista al mare. Lasciamolo aperto così, ma non sono d’accordo che si debba abolire tutto. Demolire, dal punto di vista ecologico, è del tutto sbagliato, perché quei materiali abbattuti vanno poi smaltiti. Siamo poi contrari al Ponte sullo Stretto, e in generale contro tutte le grandi opere che devastano il territorio. Tra l’altro, il ponte non servirà a ingaggiare quei traffici marittimi che non passano dalla Sicilia dirigendosi in altri porti italiani. Basta vedere la via della Seta, su terra, che non riesce ad attirare i traffici via mare. Abbiamo invece una visione di città che punta sui beni immateriali, quali il clima, il paesaggio e il patrimonio culturale. I nostri cantieri, sono i cantieri della bellezza”.

Ha concluso i lavori Salvatore Totaro di Futuro, Trasparenza e Libertà: “Abbiamo parlato di gap. Il gap rappresenta una distanza, che può essere colmabile o incolmabile. Dobbiamo capire dove risiede questa distanza e come rimuoverla. Personalmente riscontro un gap tra il dire e il fare, e in particolare la politica del dire ha prevalso sul fare. Voi imprenditori e io siamo per la politica opposta, quella del fare. Ciò porta a sinergie che diventano produttività e quindi benessere. Il 54% delle persone non va a votare, e mi rivolgo soprattutto a voi: ho un interesse verso la città, quello che sto facendo lo faccio per la città. Prima ancora di attrarre quelli che vengono da fuori dobbiamo attrarre i nostri concittadini. Relativamente al crocierismo, chi viene dallo Stretto ha i brividi per la meraviglia. Questa meraviglia non dobbiamo mantenerla, ma rinforzarla. Ho inoltre posto molta attenzione sulle quote rosa: nella mia squadra assessoriale ho sei donne, persone di grande esperienza”.

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