Lo “Sciamano del Nisi” sa benissimo che quella del 12 giugno 2022 è una data importante. Un giorno che potrebbe segnare l’inizio della fine dell’ascesa politica di Cateno De Luca. L’esito delle elezioni amministrative di Messina è fondamentale per il futuro politico dell’ex sindaco. Un futuro che inizia a farsi incerto: la conquista della Regione dipende dal successo di Basile, l’ologramma che si appresta ad essere sacrificato.
Cateno De Luca sente il fiatone sul collo dei suoi avversari e allora si dimena durante le sue dirette Fb nel tentativo di creare discredito nei confronti dei suoi avversari. La campagna elettorale volge al termine e lo “Sciamano del Nisi” tenta di usare le ultime cartucce nella speranza di allontanare lo spettro di una sconfitta che avrebbe effetti devastanti per la sue personali ambizioni politiche. L’interesse della città passa in secondo piano, rispetto ad un piano studiato a tavolino e che oggi sta saltando per aria.
Fino a che Basile, anzi l’avatar di De Luca, ha condotto in solitario le sua campagna elettorale, c’era una sensazione diffusa che avrebbe vinto a mani basse. Il suo nome circolava in tutti gli ambienti, ma da quando sono scesi in campo i suoi avversari il suo nome si è ritirato come la marea. Basile è letteralmente scomparso in interi villaggi e quartieri cittadini.
Segno evidente che la politica delle sceneggiate, delle urla e dell’inconcludenza, sta lasciando il campo ai progetti, alle idee, alle prospettive future. Messina è una città ferita da nove anni di disamministrazione, prima Accorinti, poi De Luca. Probabilmente, i peggiori sindaci di sempre. La gente questo lo sta capendo e non è un caso se oggi la città sta voltando e spalle a Cateno De Luca.
Per lui è iniziato il crepuscolo, qualcosa che potrebbe allontanarlo definitivamente dalla città e, perchè no, dalla scena politica.
Davide Gambale
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È quello che molti auspicano: la definitiva uscita dalla scena politica di Cateno De Luca. Ormai, fortunatamente, i suoi anni di amministrazione sono consegnati alla storia. Il presente è ancora tutto da scrivere. Ma di sicuro, come dice il direttore, non sarà ( il presente) peggiore dei nove anni trascorsi. Lo auspichiamo.