Il manager della Sanità, Mario Paino, (Commissario del Papardo), dialogherà sabato 16 luglio alle 19, presso Villa Cute a Lipari, con Diego Celi, autore del libro dal titolo “Giustizia e Sanità”. L’incontro è stato promosso dall’associazione “Messina Incentro” nell’ambito degli incontri letterari che si terranno fra luglio e agosto.
Il mutamento della società ha esaltato la precarietà, esacerbato il malessere, sviluppato apatia, acredine e rivalsa. Il contenzioso medico-legale, divenuto ormai intollerabile, è di questa precarietà lo specchio.
Giustizia e Sanità non si propone di essere una summa giuridica, nè ambisce a sanare questa ferita aperta e sempre più dolorosa, ha voluto analizzare le vere cause di questo conflitto nella convinzione che la medicina è fallace, la giustizia non è un dogma. La magistratura con la sua autoreferenzialità ha acuito questo disagio, rendendo l’arte medica in generale e quella chirurgica in particolare un vero e proprio fantasma sacrificale. Giustizia e Sanità è un saggio che affronta di petto uno dei temi più scottanti della medicina contemporanea: il rapporto fra medico e paziente e il ruolo esplicato in esso dalla magistratura.
L’opera scritta da Diego Celi, si pregia della prefazione di Ermanno Ancona (Professore Emerito di Chirurgia Generale Università di Padova e già President European Surgical Association). Scrive
l’autore: “ho visto l’evoluzione della medicina e ho vissuto conquiste scientifiche impensabili; purtroppo ho anche assistito, prima attonito poi consapevole, alla manipolazione del dolore e della morte e alla messa alla gogna dei medici”. In Italia le cause di contenzioso medico-legale sono
circa 35.000 ogni anno, mentre 300.000 sono quelle giacenti nei tribunali contro i medici e le strutture sanitarie private e pubbliche: il 95/% di questi procedimenti si conclude con una assoluzione del personale medico-sanitario! Questi dati evidenziano la strumentalità del contenzioso
in esame e dovrebbero indurre a riflessioni e soluzioni.
“Il cittadino non ha diritto alla salute, ha diritto alla cura, la cura migliore possibile”. Spiegare questo concetto potrebbe servire a scoraggiare il ricorso automatico all’autorità giudiziaria, da parte di chi, supportato da rampanti avvocati e da sedicenti esperti, intende confondere il giusto e
legittimo risarcimento con la più cinica e misera delle speculazioni. Tutto questo non basta, qualora la giustizia continuerà a considerarsi un dogma. È necessario allora, ricostruire un rapporto fiduciario che chiami in causa l’ethos di un popolo, fondato su un discorso di verità. Da questa consapevolezza deve nascere una assunzione di responsabilità affinchè miopi visioni di parte non siano anteposte al bene comune, perchè nel Paese del “particolare”, l’arte medica non sia succube del facile consenso o peggio pavida e tremante di fronte alla giustizia. Il testo articolato in undici
capitoli affronta vari temi: la responsabilità sanitaria, giustizia e arte medica, morale e giustizia, obbligatorietà dell’azione penale, rischio clinico, aspetti giuridici, risarcimento o speculazione, la medicina difensiva, errore e pregiudizio, delitto e castigo, ruolo e funzione della stampa.