“La salute è un diritto di tutti, sancito dalla Costituzione, ma in Sicilia non è così. Le liste d’attesa per esami e visite specialistiche sono lunghissime e solo chi può permetterselo, ricorre ai privati. Chi, invece, ha difficoltà economiche è costretto ad aspettare mesi anche se la sua malattia imporrebbe tempi di intervento molto rapidi”. Lo dichiara Nino Bartolotta, candidato del Pd alle regionali nel collegio di Messina, proponendo di riadattare il servizio sanitario regionale alle peculiarità dei singoli territori.
“Si attendono ore – prosegue – nelle sale del pronto soccorso prima di essere assistiti ed i posti letto degli ospedali vengono distribuiti senza tenere conto delle peculiarità di ogni specifico territorio. Inoltre, sulla scorta di presunte esigenze di risparmio, le guardie mediche sono sprovviste di medici di base e pediatria e funzionano a singhiozzo come avvenuto, ad esempio, tra Cesarò e San Teodoro. Esprimo la mia vicinanza a queste due comunità: proprio pochi giorni fa, diversi cittadini dei due centri, esasperati da questa grave carenza, hanno manifestato fuori dalla sede dell’Asp di Messina per sollecitare una soluzione ed esortare la politica a fare la sua parte.
“Tutto questo può e deve finire. I siciliani devono accedere alle cure con pari opportunità. Per raggiungere questo obiettivo di civiltà, bisogna prima di tutto sottrarre alla politica le nomine dei dirigenti a vario livello. La scelta va fatta sulla base di criteri oggettivi e non discrezionali. Bisogna, poi, procedere a una razionale distribuzione delle strutture sanitarie che abbia come riferimento assoluto le diverse esigenze dei territori. Basta con la logica della coperta troppa corta trascinata di qua e di là in base a pressioni e spartizioni politiche.
“È urgente, poi, assumere medici per coprire le gravi carenze di organico di ospedali e pronto soccorso. Va adeguato anche il numero di paramedici, nei confronti dei quali si deve definire un percorso di carriera che sia qualificante. Solo così possiamo aprire una nuova fase nella sanità siciliana”.