Nuovo piano del traffico, la rivoluzione “avvelenata” è servita

Redazione

Nuovo piano del traffico, la rivoluzione “avvelenata” è servita

venerdì 30 Settembre 2022 - 10:24

Il Consiglio comunale ha approvato il nuovo Piano del Traffico urbano. Un piano che porta il nome dell’assessore Mondello e che è destinato a sollevare un vespaio di polemiche perché sarà lo strumento per dare la mazzata finale alle poche attività commerciali rimaste.

Un Piano che prevede una mega isola pedonale che da piazza Duomo giunge a piazza Cairoli passando da via Primo Settembre e viale San Martino, pare bassa. Qualcosa di inaudito per una città che è favorevole alle isole pedonali, ma che non può accettare uno sbarramento ad auto e ciclomotori così ampio.

Non lo permette del resto la conformazione geografica di una città che si estende in lunghezza e che può contare su due arterie per giungere dalla zona Nord al centro città.

Se a questo si aggiungono le sei Ztl (Zona a traffico limitato), il cui ingresso sarà consentito solo ai residenti e alle auto elettriche, il quadro di un abominio si completa. La zona del centro città, di fatto, sarà inaccessibile: si tratta di uno sbarramento che determinerà la fine delle poche attività commerciali ancora aperte.

Il Terziario, settore sul quale si fonda l’economia di Messina, è destinato a chiudere. Il Piano è stato “studiato” non tenendo conto delle consuetudini dei messinesi, poco avvezzi all’uso del mezzo pubblico per ragioni disparate. Poca abitudine, poca propensione all’utilizzo del mezzo pubblico, impossibilità per i residenti in zone come Viale Giostra, Viale Annunziata e Viale Gazzi di prendere i bus perchè zone poco servite.

Il risultato sarà l’invito ad imboccare l’autostrada e recarsi nei vicini comuni del Tirreno per fare gli acquisti spiccioli o recarsi ai centri commerciali. Del resto arrivare in centro diventerà un’impresa, mentre gli automobilisti correranno il rischio di vedersi recapitare multe salate per violazioni alla Ztl.

Insomma, la rivoluzione d’autunno, tenuta nascosta fino alle elezioni per ragioni di opportunità, è destinata a sollevare un vespaio di polemiche e proteste. In prima linea, non senza imbarazzo per il suo credo al verbo di De Luca, ci sarà ovviamente il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto. Dovrà gettare la maschera e dichiarare una volta per tutte da quale parte sta.

Ultima notazione: il Piano è stato calato praticamente dall’alto, non ci sono stati confronti pubblici con la cittadinanza né con le organizzazioni di categoria dei commercianti (almeno ufficialmente).

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