L’1 ottobre 2009 è una data che ogni messinese non dimentica. Ricorre il 13esimo anniversario dell’alluvione che colpì Giampilieri e Scaletta, causando 39 vittime, decine di feriti e milioni di danni con case, negozi e strade inghiottiti dal fango venuto giù dalla collina.
Trentanove vite cancellate e 39 nomi incisi nella pietra. Un centro abitato devastato, stracciato verso il mare dalla frana e dalle abbondanti piogge, ricostruito e messo in sicurezza con opere che sono ancora modello per tutta l’Italia. Milioni di euro spesi per la ricostruzione e la messa in sicurezza di un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico. Nel giorno del ricordo riaffiora però la paura tra gli abitanti di Giampilieri Superiore che puntano il dito sulla scarsa prevenzione degli ultimi anni.
In alcuni punti le opere pensate per contenere il rischio non sempre appaiono mantenute a regola d’arte. È il caso
della vasca di contenimento e deflusso delle acque che si trova accanto ad uno dei monumenti in ricordo delle vittime, riempita fino al livello della strada da terra e vegetazione. Stessa cosa dicasi per il torrente che in alcuni punti è ricoperto da sterminati canneti. Prevenzione questa sconosciuta ieri come oggi, segno evidente che le lezioni del passato in questa terra maledetta servono a poco o nulla.