Rifiuti, scattano 10 arresti a Messina

Redazione

Rifiuti, scattano 10 arresti a Messina

venerdì 14 Ottobre 2022 - 09:17


I militari del Comando Provinciale della Guardia di Messina, con il supporto del Reparto Operativo Aereonavale di Palermo, nell’ambito di indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Messina, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Messina, nei confronti di 25 soggetti.

I provvedimenti cautelari intervengono nella fase delle indagini preliminari e sono basati su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza.

Il Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 10 soggetti, facenti parte, a vario titolo, di un’associazione a delinquere dedita, in maniera sistematica ed organizzata, al traffico ed alla gestione abusiva (raccolta, trasporto, sversamento ed occultamento) di ingenti quantitativi di rifiuti speciali. 

Nell’ambito della stessa operazione, il Giudice ha altresì disposto, oltre al sequestro preventivo di mezzi e complessi aziendali per un valore di stima pari ad oltre 2 mln di euro, l’esecuzione di 15 misure interdittive del divieto temporaneo ad esercitare attività imprenditoriale, ovvero di ricoprire uffici direttivi, nei confronti di altrettanti noti titolari di ditte e rappresentanti di società operanti nel settore dell’edilizia, clienti dell’organizzazione criminale oggi repressa e che si sono avvalsi della medesima per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali.

La genesi dell’attività d’indagine è da rinvenirsi nel quotidiano impegno istituzionale del comparto aeronavale della Guardia di Finanza di Messina nel delicato settore del contrasto agli illeciti ambientali, risultando molteplici gli interventi in ordine all’individuazione di discariche abusive, sversamenti illeciti o usi impropri del demanio marittimo. Nel quadro di tali attività, quindi, la Stazione Navale della Guardia di Finanza di Messina individuava e segnalava alla competente Autorità Giudiziaria di Messina l’esistenza di una discarica abusiva in località Gravitelli della Città dello Stretto.

Scattavano, pertanto, ulteriori approfondimenti, in sinergia con la componente specialistica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, rilevando come i titolari delle società coinvolte nell’illecito sversamento risultassero già noti alle cronache giudiziarie, quali soggetti contigui a blasonati clan di matrice mafiosa attivi nella zona sud della città: per un verso,in ordine a rapporti parentali con collaboratori di giustizia e, soprattutto, per altro verso, perché oggetto di dichiarazioni del noto collaboratore di giustizia milazzese Biagio GRASSO, colletto bianco tratto in arresto dalla Distrettuale Antimafia di Messina nel 2018, il quale indicava l’odierno capo e promotore del sodalizio indagato come personaggio di riferimento del clan ROMEO-SANTAPAOLA, per l’esecuzione dei lavori di movimento terra in provincia di Messina.

Di qui, quindi, l’avvio di ben più penetranti investigazioni condotte dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, con l’ausilio di militari della Stazione Navale di Messina e della Sezione Operativa Navale di Milazzo, focalizzatesi, in particolare, proprio sul riscontro degli ipotizzati reati fine ambientali: una serie indeterminata di gravissimi reati di inquinamento che hanno causato l’irrimediabile compromissione di una vasta area di terreno, sita a Messina in Contrada San Corrado – località Gravitelli, peraltro sottoposta ai vincoli previsti per i siti di interesse comunitario e le zone di protezione speciale.

In particolare, nel corso delle complesse investigazioni svolte, consistite in riprese video, intercettazioni telefoniche e ambientali, articolate ricostruzioni documentali, integrate da accertamenti bancari, nonché da attività tipiche di polizia giudiziaria, è emerso come, nonostante nei confronti degli indagati fossero già intervenute precedenti iniziative dell’Autorità Giudiziaria, gli stessi continuassero ad utilizzare, abusivamente ed indisturbati, un’area adibita a discaricaabusiva, aggravando ulteriormente la portata delle condotte contestate, anche attraverso continui sconfinamenti in altre proprietà limitrofe.

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