La determinazione di Matteo Salvini sta al Ponte come la politica alle chiacchiere. Quelle che abbiamo ascoltato per mezzo secolo. Chiacchiere e un progetto serio (quello a campata unica), che adesso pare sia stato rispolverato dai cassetti nei quali giaceva da parecchi lustri.
Sembra una contraddizione, ma non lo è affatto. I “fedelissimi” di Matteo Salvini (in primis Nino Germanà, uomo di riferimento del leader della Lega in Sicilia), dicono che ormai quello del Ponte sullo Stretto di Messina sia diventato un chiodo fisso.
Un lombardo che farà il Ponte è l’altra contraddizione. Già, perché Salvini si è messo in testa di voler lasciare traccia sui libri di storia iscrivendo il suo nome nel registro dei ministri che hanno fatto qualcosa di buono per la Nazione.
Forse qualcuno non ha compreso che siamo vicinissimi alla realizzazione di una delle più grandi infrastrutture mai realizzate al mondo. Un ponte che unirà un’isola al continente. E vi pare poco? Non abbiamo titoli per snocciolare dati e numeri, ma vogliamo limitarci a sognare sull’impatto che il Ponte avrà non appena realizzato.
Chi se ne frega dei pesci o degli uccelli migratori, qui siamo di fronte alla più importante risorsa economica che avrà l’effetto di ribaltare – economicamente parlando – lo stivale. La Sicilia sarà la nuova Lombardia, la piattaforma logistica del Mediterraneo che attrarrà una quantità inimmaginabile di investimenti.
Di fronte ad una straordinaria prospettiva di sviluppo e soprattutto la determinazione della politica (giova sottolineare l’impegno della deputata Matilde Siracusano), le pochissime voci contro sono solo gli ultimi deboli lamenti di chi è condannato alla rassegnazione.
Davide Gambale