E’ di ieri la notizia che il deputato di Sud Chiama Nord, il deluchiano Francesco Gallo, ex Vicesindaco di Messina, ha concesso, prenotando una sala di Montecitorio, la presentazione alla Camera dei deputati del movimento Italia Libera, appena fondato dall’avvocato Carlo Taormina.
Nella lista di relatori figurava l’ex leader del partito neofascista Forza Nuova Giuliano Castellino, noto alla cronaca per essere stato coinvolto in più vicende controverse e ad oggi accusato ad oggi di aver preso parte all’assalto alla sede Cgil di Roma nell’Ottobre 2021, durante le contestazioni No Green Pass.
Dopo essersi difeso in più interventi riconoscendo comunque l’ambiguità del personaggio, Gallo ha alla fine ceduto alle critiche arrivate da più parti. La Polizia è infatti intervenuta bloccando l’ingresso a Castellino, ritenuto non più gradito.
A criticare l’eventualità erano arrivati diversi interventi di leader ed esponenti di soggetti politici nazionali, come Susanna Camusso, Nicola Fratoianni e Debora Serracchiani. (si veda qui per approfondire) Dalla politica messinese unici interventi sono arrivati da Palmira Mancuso, (si veda ancora qui) membro della Direzione Nazionale di + Europa e referente messinese del partito, e poi di Domenico Gabriele Ferrante, consigliere della IV Municipalità e portavoce cittadino del Movimento 5 Stelle. In questo ultimo caso si tratta dell’unico politico a ricoprire una carica istituzionale locale ad intervenire direttamente.
«Non posso che cogliere con favore il “ravvedimento operoso” di Francesco Gallo, ex vicesindaco di Messina e neo-deputato per “Sud chiama Nord”, che per conto dell’avv. Carlo Taormina aveva prenotato la sala di Montecitorio per la presentazione di un nuovo partito a tinte fosche, molto fosche, direi nere, tanto che fra i cofondatori risultava Giuliano Castellino, stra-noto alle cronache per essere uno degli ex esponenti di Forza Nuova che hanno guidato l’assalto squadrista alla sede di un sindacato a fine 2021 durante una manifestazione no-vax e no-greenpass».
Scrive Ferrante sulla sua pagina Facebook.
«Solo un deputato, difatti, può prenotare quella sala di Montecitorio e lo fa prendendosi tutte le responsabilità del caso, e Gallo sicuramente non si aspettava tutto questo clamore, non leggendo la lista delle presenze prima di dare il suo assenso ha sicuramente peccato di ingenuità.
Se la vicinanza fra questi movimenti intest.. ehm politici e il progetto deluchiano non è una novità (alle regionali ha incassato il supporto di un noto leader no-vax), è ovvio che non fa piacere notare che l’unico deputato di un partito sedicente “rivoluzionario” come quello di Cateno De Luca accolga le richieste di gente dell’estrema destra con la Z di Putin orgogliosamente tatuata sul corpo.
Ci sono ulteriori punti di contatto fra queste formazioni estremiste dell’alt-righ e Sud chiama Nord?
Di certo la presenza di Castellino avrebbe gettato ulteriore discredito non solo sulla formazione politica di cui Gallo fa parte, ma, mi permetto di dire, su tutto il collegio di elezione dell’onorevole messinese.
Bene quindi l’esclusione del neofascista Castellino, che bloccato all’ingresso di Montecitorio dalla polizia, pieno di astio rivolge una frase al deputato che lo ha depennato dalla lista delle presenze: “mi auguro che domani non debba ravvedersi di altre sue scelte politiche”.
Una velata minaccia?
Nel caso fosse così esprimo all’on.le Francesco Gallo massima vicinanza.
In ultimo non posso che constatare con amarezza il triste silenzio che ha avvolto la politica messinese su questa torbida questione». Continua e conclude.
Nonostante i toni volti a chiedere spiegazioni, ma aperti ad accogliere il “ravvedimento” di Gallo, da parte di Ferrante, la polemica non si placa.
Gallo ha infatti risposto alle critiche di Mancuso, tirando in ballo Toni Negri e rivendicando comunque la scelta di non far entrare in aula Castellino:
«Tanto Mancuso quanto altri, dando un’occhiata alle ultime notizie sull’argomento, potranno rendersi conto del fatto che il tentativo di speculare politicamente su questa vicenda è fallito nel momento in cui il sottoscritto – in piena autonomia – ha deciso di non fare accedere il signor Castellino alla sala stampa della Camera (oggi mercoledì 16 novembre è rimasto fuori da Montecitorio, n.d.r.). Non per un ripensamento sul diritto di un soggetto in attesa di giudizio di esprimere le proprie idee, ma per porre fine alle prese di posizione strumentali di alcune parti politiche. Comprese le dichiarazioni di certi soggetti locali in cerca di visibilità. Faccio infine presente alla signora Mancuso che i suoi compagni di partito possono vantarsi di aver portato in Parlamento – come deputato e non come ospite – soggetti come Toni Negri, condannato per associazione eversiva e altro reato. Ma forse lei neanche lo sa e per questo sono io ad esprimerle la mia solidarietà».
Si è dunque difesa l’esponente del soggetto politico di Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino.
«Finito in prigione, fu politicamente adottato da Pannella che volle farne un simbolo della battaglia sulla giustizia giusta, anticipando in qualche modo la vicenda di Enzo Tortora e la lotta per il garantismo, partendo dalle leggi sul terrorismo. In questa ottica il leader radicale nel 1983 candido’ alla Camera il detenuto Negri che fu poi eletto. Dunque una motivazione politica: Pannella e i radicali non hanno mai avuto paura, perché se si crede in quel che si fa si assumono decisioni scandalose».
di Michele Bruno.