Il consigliere comunale di “Ora Messina”, Giandomenico La Fauci, con una interrogazione indirizzata al sindaco di Messina sul finire di ottobre, aveva anticipato un po’ quello che sarebbe accaduto con la vicenda degli aumenti delle indennità.
Il consigliere comunale, nel documento, aveva osservato se fosse opportuno l’aumento delle indennità per gli amministratori di Palazzo con un Comune che ancora non è uscito dalla stato di pre-dissesto. Aggiungendo, fra l’altro che, mentre sindaco e assessori si aumentavano le indennità, veniva parallelamente aumentata la Tari per i cittadini messinesi.
Una interrogazione che riemerge dai cassetti di Palazzo Zanca – in attesa della risposta scritta – nel bel mezzo di una polemica innescata dall’aumento dell’indennità di carica del presidente di Arismé, Alessia Giorgianni, che ha adeguato il compenso all’aumento del primo cittadino. Infatti, le Partecipate comunali “viaggiano” di pari passo con l’indennità del primo cittadino, nella misura del 45% per il presidente del Cda e del 37% per i componenti).
Com’è noto, il sindaco ha avviato le procedure di revoca dell’incarico della Giorgianni, che non dimentichiamo essere la cugina di Gianpiero D’Alia, perchè sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario.
A ciò si aggiunga che i presidenti di alcune circoscrizioni cittadine hanno presentato ricorso al Tar perché in un primo momento era stato riconosciuto loro l’aumento dell’indennità e successivamente revocato.
Sul piede di guerra anche i consiglieri comunali, esclusi dagli aumenti, a differenza di giunta e sindaco. La Fauci osserva nella sua interrogazione che l’aumento delle indennità, non obbligatorio sia chiaro, comporterà un’esborso di 750mila euro per le casse di Palazzo Zanca nel 2022; 1,1 mln di euro nel 2023 e ben 1,5 mln di euro nel 2024, quando si andrà a pieno regime.